Riprende l'iter sullo Ius soli

Data: 20/05/2014
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Riprende l'iter della legge sulla cittadinanza n. 91 del 1992. Le audizioni alla Camera ripartiranno il prossimo 26 maggio durante le quali saranno ascoltati i rappresentanti delle associazioni e della società civile che negli anni hanno portato avanti la battaglia sulla necessità di introdurre lo Ius soli nella legislazione italiana. Per Khalid Choauki, responsabile dell’intergruppo parlamentare sull’immigrazione intervistato da Redattore sociale, "i tempi sono maturi e la legge si farà entro l’anno". Tra le proposte avanzate quella del movimento L'Italia sono anch'io che chiede una serie di modifiche al testo di legge per agevolare l'attribuzione della cittadinanza italiana ai figli di persone immigrate soggiornanti in Italia. La campagna è stata promossa da 22 organizzazioni della società civile: Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull’immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunità d’accoglienza, Comitato 1° Marzo, Emmaus Italia, Fcei – Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Tavola della Pace e Coordinamento nazionale degli enti per la pace e i diritti umani, Terra del Fuoco, Ugl Sei, Legambiente, UIL, UISP e dall’editore Carlo Feltrinelli.

Due le proposte di legge sulle quali sono state raccolte le firme: una di riforma del diritto di cittadinanza, che prevede che i bambini nati in Italia da genitori stranieri regolari (da almeno un anno) possano ottenere la cittadinanza italiana e un’altra (elaborata dall'Anci) riguardante il diritto elettorale amministrativo da concedere ai lavoratori regolarmente presenti in Italia da almeno cinque anni. Le proposte di legge depositate in Parlamento prevedono uno jus soli cosiddetto “temperato”: la concessione della cittadinanza si darebbe, ad esempio, ai bambini nati in Italia da genitori stranieri che vivono nel nostro Paese regolarmente da almeno un anno oppure che abbiano frequentato un ciclo scolastico: elementari, medie o superiori. Insomma, non occorrerebbe attendere i 18 anni come ora. Nessuna cittadinanza automatica, dunque, ma agevolazione per i ragazzi e gli adolescenti che stanno crescendo, studiano e fanno sport con i giovani italiani.

A Lecce, intanto, a quasi un anno dalla proposta avanzata da oltre venti associazioni del capoluogo salentino in collaborazione con la “Consulta dei Diritti Civili” del Centro Servizio Volontariato Salento sul conferimento della cittadinanza onoraria ai bambini nati e residenti a Lecce, figli di genitori immigrati che frequentano le scuole elementari e/o medie inferiori in città, poco o nulla si è mosso. Ad avanzare la proposta l’associazione Lecce Bene Comune, l’Arci della Provincia di Lecce, il Centro Studi ICISMI dell’Università del Salento, la Rete Antirazzista di Lecce, l’Associazione Popoli e Culture, l’AI.S onlus (Associazione Mediatori Interculturali Salento), l’Associazione senegalese Teranga, l’Associazione rumena Avicass, i Missionari Comboniani, gli Avvocati di Strada, l’Associazione SALVA, l’Associazione, We Care, la Caritas Diocesana, l’Ufficio Diocesano “Migrantes”, Il Centro “Interculturale “Migrantes”, l’Associazione Interetnica Salentina ”G.B. Scalabrini”, l’Associazione Baraonda.

«Nonostante l'accoglienza positiva della proposta dello scorso giugno – spiega Katia Lotteria della Rete Antirazzista – non abbiamo ricevuto nessuna risposta specifica su questo». La richiesta avanzata al Consiglio Comunale di Lecce, in attesa dell’approvazione di una apposita legge nazionale, è soprattutto quella di compiere un gesto di alto valore simbolico pur se privo di valore legale. Per l'occasione le associazioni individuarono un primo gruppo di bambini le cui famiglie si sono dichiarate d'accordo nell'accettare la cittadinanza onoraria leccese.