Cerca nel sito:  

Servizi alla persona, un settore che vuole crescere

Data: 11/02/2014
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

È questo l'intervento del vicepresidente dell'associazione "Alberto Tuma" di Alliste intervenuto sullo stato di salute del comparto

«Il settore dei servizi alla persona pugliese è ancora lontano da avere una programmazione strutturata. La programmazione regionale è iniziata nel 2006 ma siamo ancora lontani dall'avere un'organizzazione tale che ci permetta di fare la voce grossa». Con queste parole Riccardo Tuma, vicepresidente dell'associazione di Alliste (Le) “Alberto Tuma” interviene sullo stato di salute di un comparto che, seppure ancora “giovane”, ha tanta voglia di crescere. Un esempio, quello dell'associazione “Alberto Tuma” che grazie a una storia ventennale ha costruito impresa realizzando un centro diurno per disabili gestito dall'omonima cooperativa sociale.

«Nel nostro lavoro veniamo costantemente ispirati dall'esperienza di volontariato che ci ha segnati  – spiega Tuma – e questo significa che, ai nostri servizi a pagamento, si affiancano un serie di attività gratuite al servizio del territorio. La differenza tra profit e non profit nel nostro caso è davvero tangibile. Per crescere, però, il sistema dei servizi alla persona deve essere curato sia da un punto di vista politico che organizzativo, migliorando la qualità e la rapidità delle informazioni e quindi del rapporto tra Servizi sociali, Ambiti territoriali e Regione».

Una sfida, quella lanciata da Tuma, per «supportare il sistema e renderlo in grado di incidere anche sul potere politico, così come in altre regioni d'Italia, per farlo diventare un vero e proprio pilastro dell'economia considerando che, rispetto agli altri ambiti, è l'unico che continua a crescere per fatturazione e occupazione».

Il sistema cooperativo e dell'imprenditoria sociale, secondo il rapporto “Cooperazione, non profit e imprenditoria sociale: economia e lavoro”  realizzato da Unioncamere e Aiccon e relativo al 2012, fotografa un comparto capace di produrre ricchezza per oltre 66miliardi di euro, pari al 4,7% del reddito complessivo prodotto in Italia. Stimate in 77mila unità a fine 2013, le società cooperative contano un numero di occupati nel 2011 di oltre 1 milione e 200mila addetti, con un aumento di oltre 220mila posti di lavoro rispetto al 200.

Ed è proprio di questi giorni la polemica sollevata dall'Uneba – Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale, sulla destinazione dei fondi dell'Inali nel bando ISI 2013 per la sicurezza nei luoghi di lavoro. Oltre 300milioni di euro a fondi perduto destinati agli iscritti alle Camere di Commercio nel registro imprese. Esclusi, quindi, fondazioni ed enti non profit che in molti casi gestiscono case di riposo o centri diurni.

«Purtroppo il nostro sistema è spesso dimenticato – chiosa Tuma – e l'esempio lampante è quello dello spauracchio che ci ha accompagnato in tutto il 2013 sulla possibilità di aumento dell'IVA per le cooperative sociali dal 4 al 10%. Un'ingiustizia che, se avesse coinvolto sistemi più “forti” come quello cbancario o delle imprese for profit, si sarebbe risolta in un mese. Noi abbiamo vissuto con questa angoscia per oltre un anno e il rischio è stato sventato solo dopo grandi battaglie».



Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.