L'imprenditoria sociale produce ricchezza
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Lo evidenziano i dati del rapporto realizzato da Unioncamere e Aiccon secondo cui nel 2012 sono stati prodotti 66 miliardi di euro in più

Il sistema cooperativo e dell’imprenditoria sociale contribuisce in maniera importante all’interno dell’economia nazionale con risultati importanti sul fronte occupazionale, e la capacità di resistere al momento di difficoltà economica. È questa la fotografia scattata dal rapporto “Cooperazione, non profit e imprenditoria sociale: economia e lavoro” presentato da Unioncamere e Aiccon. Un sistema che opera principalmente nel terziario e si concentra prevalentemente nell'area Nord Est del Paese.
Nel 2012 le imprese cooperative in Italia hanno prodotto ricchezza per oltre 66 miliardi di euro, pari al 4,7% del reddito complessivo prodotto in Italia. Stimate in 77mila unità a fine 2013, le società cooperative contano un numero di occupati nel 2011 di oltre 1 milione e 200mila addetti, con un aumento di oltre 220mila posti di lavoro rispetto al 2001.
Buoni risultati anche per la domanda di lavoro programmata che nel 2013 ha raggiunto le 73.500 unità puntando sulla qualificazione delle risorse umane ma anche sull’inclusione sociale, con una particolare attenzione alle categorie più deboli: donne, giovani, immigrati. Oltre 60mila assunzioni “dirette” di dipendenti previste dalle cooperative e 6.500 quelle interinali (a cui si aggiungono altri 5mila collaboratori a progetto e quasi 2mila a partita Iva). Prezioso contributo anche quello di questo sistema alla tenuta occupazionale delle imprese sociali grazie alle quasi 30mila assunzioni previste nel 2013, con l’inclusione delle categorie deboli.
Il Rapporto evidenzia il ruolo crescente di questo ampio settore sia in campo sociale che produttivo. Con i dati positivi alla mano e grazie a un sistema che mette in rete istituzioni, mondo non profit, imprenditoria sociale e cooperazione, si vuole valorizzare un modello economico nuovo che riesca a coniugare la crescita economica con la tutela dei diritti, dei beni comuni, della qualità della vita, dell’ambiente, delle relazioni sociali. Un modello che riporti l’economia al servizio dell’uomo e non viceversa, dove l’imprenditoria non si deve basare solo sulla competitività e sui valori di mercato, bensì, sulla cooperazione, la coesione sociale e la sussidiarietà, investendo sul capitale umano.
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