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Una pedalata per la pace

Data: 04/11/2013

 

Una pedalata lunga 115 km per testimoniare la necessità di pace, in un tempo in cui la cultura della guerra contagia ancora il Mediterraneo e perfino, nelle dinamiche politiche, i suoli italici. In occasione del ventennale della morte di don Tonino Bello, vescovo della pace dalle radici salentine, una carovana di biciclette, ha attraversato due province pugliesi, da San Pancrazio Salentino fino ad Alessano. Ad organizzare e promuovere la "Pedalata per la Pace, San Pancrazio-Alessanodomenica 29 Settembre 2013, le associazioni Retinopera Salento Onlus, In Opera APS ed Amici di don Tonino Bello, con il patrocinio dell’U.S. Acli della provincia di Brindisi e dei CSV “Poiesis” e “Salento” (Centri Servizi al Volontariato per le province di Brindisi e di Lecce). 

Una collaborazione virtuosa, quella tra i due CSV salentini, uniti nel nome della pace che, prima ancora di essere un concetto da celebrare, è un atto da svolgere con impegno costante, come ha testimoniato il vescovo salentino. Un impegno che diventa, fuori e dentro il nostro Paese, fuori e dentro le nostre comunità, sempre più urgente e scandito dai piccoli atti quotidiani di ciascuno, ripartendo dai luoghi in cui si vive, dalle associazioni, dalle famiglie, dalle città, dalle reti di prossimità in cui in particolare si esplica l’azione dei volontari. È per questo motivo che la pedalata è stata pensata nel nome di don Tonino Bello.

«La pedalata non è in sé una prova di forza - dice Luigi Russo, presidente del Centro Servizi Volontariato Salento - non è uno sforzo dimostrativo, è semmai prova di solidarietà, è la prova che la solidarietà umana squarcia ogni timore e crea legami di pace. 'Camminando s’apre cammino', scrive Arturo Paoli, il 'profeta scomodo' sempre dalla parte degli ultimi e di chi fa più fatica, proprio come don Tonino Bello, a significare che il cammino, nel suo perenne divenire, ci porta al raggiungimento di tappe non sempre ovvie ma sempre formative». «Le guerre - continua Russo - non sono solo una minaccia, sono un fatto, e sono guerre di armi ma spesso anche guerre di persone, di parole. Oggi più che mai occorre un impegno personale, senza deroghe, maturo, non occasionale. Non servono grandi eventi ma percorsi di pace ('i percorsi feriali della pace', secondo l'insegnamento di Don Tonino Bello). Percorsi che devono entrare a far parte della vita quotidiana di ciascuno e che dunque devono partire dai luoghi in cui viviamo, dalle nostre associazioni, dalle nostre famiglie, dalle nostre città». 


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