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9° Rapporto Infanzia e Adolescenza

Data: 18/11/2008
Categoria: Altre News
Presentato il 18 novembre a Roma il 9° Rapporto su Infanzia e Adolescenza a cura di Eurispes e Telefono Azzurro
I dati dell“indagine sono stati elaborati a partire dalle informazioni fornite, per mezzo di questionari, compilati da 2.812 bambini tra i 7 e gli 11 anni, e da 2.991 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 19 anni. 41 le scuole interessate, di ogni ordine e grado, dalle elementari alla scuola secondaria di II grado. Il profilo dei giovani e giovanissimi italiani, risultante dall“analisi delle informazioni acquisite, è quello di una generazione schiacciata dall“ansia e dalla paura. Per questo, cercano un“ambigua sicurezza nelle forme di "socializzazione solitaria" che offre la Rete. Infatti, come ha ricordato Gian Maria Fara, presidente dell'Eurispes, presentando il rapporto su Infanzia e Adolescenza - "le caratteristiche della Rete sono contraddittorie". Perchè "se da un alto è lo spazio dello scambio, dell'incontro, dall'altro rischia di essere un luogo di solitudine". Sono i Tecnoager; giovani alla costante ricerca di un equilibrio che genitori e istituzioni non sono più in grado di rappresentare se non attraverso i mezzi di comunicazione tradizionali. L“illusione, per l“adolescente, di aver trovato il suo posto nella società, il suo equilibrio, è stimolata dall“immediatezza delle risposte offerte dalle comunità virtuali. In realtà nella realtà della Rete , nell“utilizzo omologante che ne viene fatto, l“equilibrio altro non è se non il classico equilibrio della piramide di barattoli, con la differenza che la Rete, rimuovendo una scatoletta dal centro della costruzione, resta in piedi. Il massimo dell“omologazione. PAURE- Per il 22,6% dei bambini italiani la paura più grande è di essere rapiti. Segue un 16,3% che ha paura di essere avvicinato da sconosciuti mentre il 16,2% teme di essere coinvolto in attentati terroristici. Il 13,9% del campione intervistato ha paura di perdersi, il 13,5% di assistere a scene violente, il 12,6% di rimanere solo in casa e di essere picchiato da coetanei. Rispondendo alle domande relativa ai "pericoli vissuti" si nota come l“iper-rappresentazione mediatica dell“emergenza sicurezza nelle città abbia influenzato anche i piccoli italiani. Il 39,2%, infatti, non si è sentito al sicuro andando in giro per la città. Ma anche la propria abitazione (23,8%) e la scuola (10,1%) sono luoghi che non trasmettono sicurezza. Nelle situazioni di emergenza, comunque, i genitori sono i principali punti di per il 42% dei bambini tra i 7 e gli 11 anni mentre il 14% ha conservato il segreto, il 9,5% ha preferito difendersi da solo e il 3,2% ha chiamato un numero di emergenza. Per quanto riguarda gli adolescenti, la paura più frequente è quella di essere vittima di violenze sessuali (17%), seguita dal timore di essere importunati da sconosciuti (11%) e di essere rapiti (9,7%). Tuttavia, il 51,6% degli adolescenti italiani ha detto di non essersi mai sentito in pericolo. Commentando il Rapporto su Infanzia e Adolescenza, il presidente di Telefono Azzurro, Ernesto Caffo, ha detto, infatti, che "i bambini avrebbero bisogno di adulti mediatori, soprattutto a fronte di ciò che non possono comprendere fino in fondo e soprattutto a fronte delle emergenze che possono destabilizzare o mettere in pericolo la loro infanzia. Non sorprende che dal Rapporto emergano paure come quella di essere rapiti, violentati, di essere avvicinati da persone sconosciute, o quelle di eventi traumatici come gli attentati terroristici. A fronte di ciò - ha aggiunto - i bambini percepiscono gli adulti come non aggiornati, disinformati e per questo non sempre capaci di aiutarli a far fronte ai nuovi rischi, fra i quali quelli presenti su Internet" Uno dei pericoli maggiori sono proprio le chat e le community utilizzate dal 42,9% degli adolescenti per fare nuove conoscenze. Se l“11,5% degli adolescenti ha dichiarato di essere stato molestato o di aver ricevuto proposte oscene da un coetaneo, nel 7,7% dei casi l'autore delle molestie era un adulto conosciuto in Rete. L'8% degli adolescenti, poi, ha incontrato in chat un adulto che si dichiarava suo coetaneo mentre al 3,6% è successo di conoscere dal vivo adulti conosciuti su Internet. BULLISMO- Tra i bambini, il bullo è, nel 17,8% dei casi, un coetaneo. Nel 9,7% dei casi si tratta, invece, di un ragazzo più grande. Segue un gruppo di maschi (6,2%), una coetanea (5,3%), un gruppo misto (4,5%). Per quanto riguarda gli adolescenti, oltre un terzo dei ragazzi intervistati (36,9%) afferma di aver assistito ad episodi di bullismo nella propria scuola. Il 27,8% dei bambini afferma di essere stato ripetutamente vittima di brutti scherzi mentre il 26,6% ha dichiarato di aver subito provocazioni e prese in giro e il 25,6% di essere stato oggetto di offese immotivate. Il 17,6% è stato invece continuamente escluso ed isolato dal gruppo. Nel 13,5% dei casi i bambini riferiscono di aver subito furti di oggetti o cibo (13,5%), percosse (11,5%), minacce (11,1%), ma anche furti di denaro (4,7%). Sono soprattutto i maschi ad aver subito ripetutamente minacce (15,4% contro il 7% delle bambine), percosse (14,8% contro 8,2%), provocazioni e/o prese in giro (29,5% contro 23,8%), brutti scherzi (29,9% contro 25,9%), offese immotivate (27,4% contro 23,8%), furti di oggetti/cibo (14,8% contro 12,3%). Le bambine invece si trovano con più frequenza a dover subire l'esclusione e isolamento dal gruppo (20,2% contro il 14,9%). SPERANZE- Il 56,7% dei giovani si dice abbastanza (43,6%) o molta (13,1%) fiducioso di trovare un lavoro sicuro ed economicamente soddisfacente, contro un 42,2% che invece nutre poca o addirittura nessuna speranza. Il 65,1% degli intervistati, poi, si è detto molto (21,4%) o abbastanza (43,7%) convinto che il futuro riservi la possibilità a ciascuno di trovare il lavoro che più piace mentre il 34% non è così ottimista. ALCOL- Sono il 38,8% gli adolescenti che hanno dichiarato di non aver mai bevuto alcolici mentre il 51,5% ha dichiarato di averne fatto uso solamente qualche volta. Il 7,8% ha ammesso di farsi un bicchiere spesso e il 1,3% quotidianamente. Il consumo occasionale di alcol - prevalentemente in occasioni di feste e ricorrenze (49,6%) - è una pratica maggiormente diffusa tra le ragazze (55%) rispetto ai loro coetanei maschi (47,2%), mentre sono le ragazze le più prudenti: l'88,3% non ha mai guidato dopo aver bevuto, contro il 76,6% dei ragazzi. Il 45,7% ha bevuto il primo bicchiere di birra/vino tra gli 11 e i 14 anni, il 24,8% dopo i 15 anni, mentre il 17,8% dei giovani ha avuto il battesimo dell“alcol in tenera età. Per approfondimenti sul tema: Statistiche Italia. Venerando Bacco e tabacco VIDEOGIOCHI- Il gruppo dei bambini si dividono quasi perfettamente quando si parla dei videogiochi violenti o non adatti alla loro età. Il 47,6% (64,2% dei maschi contro il 31,6% delle femmine) ha ammesso di aver giocato con videogiochi inadatti mentre il 47% sostiene il contrario. Un bambino su cinque (20,9%) afferma che giocare con videogiochi violenti porta a comportarsi in modo violento. Segue il gruppo di quanti sostengono che i videogiochi violenti servano per scaricare la rabbia (8,5%) mentre il 4,8% ritiene che facciano provare un senso di forza e potenza. TELEFONINO- Il 57,5% dei bambini ha un cellulare, contro il 36,6% che ancora non lo possiede. Il 40% dichiara di possedere un cellulare, il 7,1% un video-telefonino, il 5,9% di averne più di uno, il 3,1% un cellulare Umts e l'1,4% uno smart-phone Il 17,6% dei bambini dichiara di aver ricevuto il cellulare in un'età compresa tra i 6 e i 7 anni mentre la maggior parte (34,9%) lo riceve tra gli 8 e i 9 anni. Il telefonino, dicono i bambini serve soprattutto per chiamare i genitori (73,7%), per scattare fotografie (61,3%), per chiamare gli amici ed inviare sms (58,6%), giocare (56%), per girare filmati (49,5%), per fare squilli (44,9%), per inviare mms (33,2%), per scaricare loghi e suonerie (26,3%), per guardare programmi televisivi (16,5% ) e per navigare in Rete (12,8%). Per gli adolescenti, invece, il telefonino, posseduto dal 96,2% di loro e il computer (93%) strumenti indispensabili nella vita quotidiana. STRANIERI- Le classi in cui è iscritto almeno un bambino straniero sono il 61,6% e nel 25,8% dei casi si tratta di realtà scolastiche che ospitano quattro (4,6%) o più (21,2%) bambini di diversa nazionalità. La maggioranza ha dichiarato di aver instaurato con i bambini stranieri un rapporto di amicizia (54,8%) e di provare simpatia (12,6%) o interesse (2,5%). Non mancano, comunque coloro che si mostrano indifferenti nei confronti dei compagni stranieri, oppure provano fastidio (1,3%), paura o antipatia (1%).


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