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Vivere le pluralità, promuovere il dialogo e la mediazione interculturale

Data: 25/10/2008
Categoria: News CSV Salento
Al Forum provinciale del Volontariato il talk show sull'intercultura. Le strategie per favorire l'integrazione
Bisogna lavorare tutti insieme affinchè l'immigrazione sia un valore aggiunto, un'opportunità di scambio e confronto: ecco il senso del talk show sul tema dell'intercultura "Con le stesse differenze", che si è svolto questo pomeriggio nell'ambito del secondo Forum provinciale del Volontariato a Galatina e trasmesso in diretta tv su TeleRama. Molte le questioni e gli spunti critici su cui si è concentrata l'attenzione, nel tentativo di riflettere su una realtà quella dell“immigrazione, della presenza tra noi delle seconde e anche terze generazioni che è parte inscindibile della nostra vita, e che va conosciuta e valorizzata. In questo processo giocano un ruolo fondamentale le istituzioni, l'azione del volontariato, così come anche il nostro modo di comunicare. "Se vogliamo creare un riconoscimento dell“immigrato ci vuole una comunicazione che consenta di rispettare la diversità ha affermato Esoh Elamè, docente all'Università Cà Foscari di Venezia , anche la stampa diffonde termini stereotipati che contribuiscono a categorizzare gli immigrati, anche in questo senso occorre lavorare per smontare i pregiudizi. È essenziale anche che lo Stato consenta alle scuole, alle famiglie, ai luoghi di lavoro, alle strutture pubbliche, di avere la mediazione interculturale, che serve proprio agli italiani per capire come interagire con gli immigrati. Per questo occorre investire sulla cultura, e sull'intercultura intesa come scambio di buone prassi". È bello e importante quindi "parlare dell'immigrazione in termini positivi ha aggiunto Klodiana Cuka, presidente di Integra onlus e del Centro interculturale 'Lecce Accoglie' è giusto parlarne in questi termini perchè il nostro territorio è davvero capace di accoglienza, abbiamo fatto molto passi avanti in questa direzione, e bisogna dire alle persone immigrate che ce la possono fare". Bisogna riflettere anche sul fatto che "siamo ancora una società chiusa che non offre poortunità ha detto Enrico Messora, presidente di Arcadia. Se Barak Obama fosse nato in Italia probabilmente sarebbe un operaio o vivrebbe all'interno di un Cpt e non candidato alla presidenza degli Stati Uniti". E in questo contesto un ruolo fondamentale è quello che giocano le seconde generazioni, i giovani nati e cresciuti in Italia o arrivati qui fin da piccoli. "Noi come seconde generazioni dobbiamo agire da interfaccia ha sottolineato Akram Idries, redattore di Yalla Italia - e dobbiamo essere anche capaci di essere una buona rappresentanza", anche perchè "l'intercultura è ridefinizione delle identità ha affermato Sumaya Abdel Qader, scrittrice e anche vivere le pluralità. Essere plurali deve diventare una cosa normale".


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