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5 PER MILLE ALLE BANCHE: Bufala o verità?

Data: 16/10/2008
Categoria: Altre News
In merito ai dubbi e alle perplessità che la lettura del decreto legge 9 ottobre 2008 n. 155 inevitabilmente suscita, in quanto testo ermetico e complesso, un contributo di Carlo Mazzini, esperto in normativa del Terzo Settore.
È notizia di questi giorni: per fronteggiare la grave crisi finanziaria il Governo ha emanato il decreto legge 9 ottobre 2008 n. 155, contenente "Misure urgenti per garantire la stabilità del sistema creditizio e la continuità nell'erogazione del credito alle imprese e ai consumatori, nell'attuale situazione di crisi dei mercati finanziari internazionali", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 9 ottobre 2008 n. 237 e già in vigore. Il non profit sembra in particolare interessato dal comma 7 dell'articolo 1 di tale decreto: 7. Con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell'Economia e delle finanze, sono individuate per ciascuna operazione di cui al presente articolo le risorse necessarie per finanziare le operazioni stesse. Le predette risorse, da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione del ministero dell'Economia e delle finanze, sono individuate in relazione a ciascuna operazione mediante: a) riduzione lineare delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con esclusione delle dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse a stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; alle spese per interessi; alle poste correttive e compensative delle entrate, comprese le regolazioni contabili con le regioni; ai trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche; nonchè quelle dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali; b) riduzione di singole autorizzazioni legislative di spesa; c) utilizzo mediante versamento in entrata di disponibilità esistenti sulle contabilità speciali nonchè sui conti di tesoreria intestati ad amministrazioni pubbliche ed enti pubblici nazionali con esclusione di quelli intestati alle Amministrazioni territoriali con corrispondente riduzione delle relative autorizzazioni dispesa e contestuale riassegnazione al predetto capitolo; d) emissione di titoli del debito pubblico. Da una prima lettura del suddetto testo, sembra che il Governo, per risolvere l'attuale crisi del sistema bancario, abbia intenzione di utilizzare anche le risorse destinate al finanziamento del 5 per mille, alla ricerca e quelle del fondo ordinario delle Università. Almeno questa è l'interpretazione sostenuta da più parti e la voce allarmistica che si sta diffondendo nel mondo del non profit. Ci referiamo in particolare ad un articolo pubblicato su Vita proprio ieri 13 ottobre, e ad un comunicato stampa dell'Auser. Visti gli attacchi che il non profit, e in modo particolare l'istituto del 5 per mille, ha subito fin dalla sua nascita, la preoccupazione non appare del tutto infondata e ingiustificata. Tuttavia evidenziamo che il testo del decreto legge in questione si presenta di non semplice lettura, in quanto ermetico e confuso nella grammatica. È sufficiente soffermarsi sul comma 7 dell'articolo 1 con attenzione, per scontrarsi con una certa complessità nella successione della punteggiatura e delle preposizioni articolate, elementi che però sono di fondamentale importanza per individuare il vero e corretto significato del testo legislativo. Da questa difficoltà di lettura deriva la possibilità di diverse e contrapposte interpretazioni. In sostanza, bisogna intendere "con esclusione...del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche", e quindi il Governo, tra le misure per reperire le risorse da destinare al sistema bancario, esclude la riduzione delle dotazioni finanziarie del 5 per mille, delle università e della ricerca? Oppure, all'opposto, bisogna intendere "riduzione lineare delle dotazioni finanziarie...del fondo ordinario delle università; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche", e quindi il Governo intenderebbe proprio utilizzare anche queste risorse per fronteggiare la crisi finanziaria? È proprio in merito ai dubbi e alle perplessità che la lettura del suddetto decreto legge suscita, che riceviamo e volentieri ospitiamo un contributo di Carlo Mazzini pubblicato il 13 ottobre 2008 sul sito www.quinonprofit e che di seguito riportiamo. Bufala: 5 per mille alle banche Come nasce una bufala? Non parliamo del genere femminile del Bubalus bubalis, la cui produzione casearia - al netto delle porcherie scoperte di recente - tanto allieta i nostri palati. Parliamo delle bufale come affermazione o notizia falsa, fatta girare per dolo o colpa di qualcuno. Stamane mi sono arrivate, da diverse fonti, voci allarmanti sulla possibilità che il Governo italiano intenda attingere dalle risorse del 5 per mille per far fronte alla crisi delle banche (o presunte tali, perchè continuarle a chiamarle così?). La base della bufala è un testo ermetico di legge, ermetico nel senso che ad una prima lettura sembra appunto affermare quanto asserisce la bufala. Il testo è l“art 1, c 7, lett a del DL 155/08 (pubblicato il 9 ottobre us in GU) che recita: "7. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell“economia e delle finanze, sono individuate per ciascuna operazione di cui al presente articolo le risorse necessarie per finanziare le operazioni stesse. Le predette risorse, da iscrivere in apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero dell“economia e delle finanze, sono individuate in relazione a ciascuna operazione mediante: a) riduzione lineare delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa di ciascun Ministero, con esclusione delle dotazioni di spesa di ciascuna missione connesse a stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse; alle spese per interessi; alle poste correttive e compensative delle entrate, comprese le regolazioni contabili con le regioni; ai trasferimenti a favore degli enti territoriali aventi natura obbligatoria; del fondo ordinario delle universita“; delle risorse destinate alla ricerca; delle risorse destinate al finanziamento del 5 per mille delle imposte sui redditi delle persone fisiche; nonche“ quelle dipendenti da parametri stabiliti dalla legge o derivanti da accordi internazionali; Ö" Ora, leggete bene e capirete che a. il legislatore non sa scrivere b. il lettore affrettato può capire male (come la gatta frettolosa fa i gattini ipovedenti - versione politically correct) c. dato per assodato il punto a) è sempre meglio rileggere 2 o tre volte, fare analisi grammaticale, logica e del periodo prima di dire qualcosa che possa non essere corretto. Tenete conto che questo promemoria non vale solo per chi poco mastica testi di legge, ma soprattutto per il sottoscritto e altri commentatori consapevoli (un minimo) delle cose di legge. Pertanto è un memento per me, sicuro - comunque - che le opportunità di errore futuro sono e saranno notevoli. Il mio impegno è di cascarci il numero minore possibile di volte. In sostanza, il Governo per ora (non si sa mai!) non raccoglie dal 5 per mille le cifre necessarie a far stare in piedi il sistema pseudo bancario che ci ritroviamo.


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