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Amnesty International presenta il rapporto annuale 2008

Data: 27/05/2008
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia
Il volume fornisce una panoramica globale sulla situazione dei diritti umani nel mondo nel 2007
Sono passati 60 anni dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell\'uomo firmata all\'Onu nel 1948. E in questo anniversario, presentando il rapporto 2008, oggi a Roma, Amnesty International rileva con tristezza come la violazione dei diritti dell\'uomo continui ad essere moneta corrente in grande parte del pianeta e anzi sia aggravata, anche nella \'civile\' Europa, dalle norme che mirano a limitare l\'immigrazione e dalla \'guerra al terrorismo\'. \"La Dichiarazione del 1948 era il segnale che all\'indomani della Seconda Guerra Mondiale l\'umanità voleva dire \'mai più\', stop alle violenze, ma oggi chi ha redatto quella dichiarazione rimarrebbe deluso\", ha detto Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International, nel corso della presentazione del Rapporto (pubblicato in Italia da Ega Editore), 150 capitoli dedicati ad altrettanti paesi. Nello stesso giorno in cui ha reso pubblico il Rapporto Annuale, Amnesty International ha anche presentato la sua nuova immagine: è rimasto il logo della candela con il filo spinato ma scritte e logo sono in nero su fondo giallo, colore di sicuro richiamo. Amnesty International ritiene che oggi i leader di tutto il mondo abbiano da scusarsi per non aver realizzato la promessa di giustizia e uguaglianza contenuta nella Dichiarazione universale dei diritti umani. L\'Associazione non vuole negare i progressi nello sviluppo di standard, sistemi e istituzioni sui diritti umani, ma l\'ingiustizia e l\'impunità sono ancora il tratto dominante del mondo contemporaneo. \"La crisi dei diritti umani in Darfur, Zimbabwe, Gaza, Iraq e Myanmar (ex Birmania) richiedono un\'azione immediata. L\'ingiustizia, la disuguaglianza e l\'impunità sono i tratti significativi del mondo di oggi. I governi devono agire subito, per colmare il divario crescente tra ciò in cui si impegnano e quello che fanno\", ha detto Pobbiati secondo cui il 2008 rappresenta opportunità senza precedenti: negli Stati Uniti si insedierà una nuova Amministrazione che dovrà chiudere il centro di detenzione di Guantanamo insieme alle strutture detentive segrete e respingere l\'uso della tortura, l\'Unione Europea dovrebbe indagare sulla complicità dei suoi Stati membri nelle \'rendition\' di sospetti terroristi e pretendere dai paesi europei lo stesso rispetto dei diritti umani che chiede agli altri Stati del mondo. Ma si devono impegnare anche paesi emergenti come la Cina, che dovrà rispettare gli impegni assunti quando le vennero assegnate le Olimpiadi, e grandi potenze come la Russia. Amnesty International auspica che con il neo presidente russo Dmitri Medvedev il paese mostri più tolleranza verso il dissenso politico e nessuna indulgenza per le violazioni dei diritti umani in Cecenia. Amnesty International vede nella guerra al terrorismo la prima causa di erosione degli strumenti di difesa per i diritti umani e nella perdita di efficacia e autorevolezza da parte della Comunità internazionale la più grave minaccia al futuro dei diritti umani. \"I paesi hanno il dovere di difendere i loro cittadini dal terrorismo ma questo non può essere fatto a scapito dei diritti umani\", ha detto Pobbiati. In particolare, la \'guerra al terrore\' ha un impatto crescente negli Stati del Corno d\'Africa dove sempre più persone vengono trattenute in \'incommunicado\' senza accusa nè processo, per presunti legami con il Consiglio delle Corti islamiche somale o con al Qaida. I leader mondiali \"devono mostrare quella stessa visione, quello stesso coraggio e quello stesso impegno - ha detto Pobbiati - che portarono, 60 anni fa, all\'adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani\". Clicca QUI per un approfondimento


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