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Povero il 23% delle famiglie pugliesi

Data: 26/05/2008
Categoria: News Regione Puglia
» stato presentato nella mattinata di oggi, 26 maggio, a Bari presso la sede dell“ateneo il I° rapporto regionale sulla povertà e l“esclusione sociale in Puglia.
In Puglia la povertà suscita allarme sociale: rischia di aumentare e produrre fenomeni di disgregazione sociale difficilmente controllabili. I dati che riferiscono la difficile situazione sono raccolti nel "Primo rapporto sulla povertà e l'esclusione sociale in Puglia", finanziato dalla Regione e elaborato dall'Università di Bari, Dipartimento di Economia e di Scienze Storiche e Sociali in partenariato con Meters-Studi e ricerche per il sociale e la cooperativa Ricerca & Sviluppo. I risultati in sintesi: L'80% delle famiglie povere non conta disoccupati, ma i soldi non bastano più. La povertà tocca fasce larghe della popolazione, cira il 23% delle famiglie (il 12% in Italia, il 24% nel Mezzogiorno). Le percentuali si confermano stabili nell“arco del decennio, come del resto in tutta Italia. "Negli ultimi quindici anni in Italia il tasso di disuguaglianza è rimasto stabile" afferma Vito Peragine, curatore della ricerca e docente dell“Università di Bari. » aumentato invece il tasso di incertezza, e vi è stato un allargamento, una redistribuzione su base orizzontale. La situazione del fenomeno sembra analoga su tutto il territorio regionale. La povertà nei comuni capoluogo è più bassa che non nei comuni della provincia. Il reddito medio dei poveri è più alto in provincia che non nei comuni della provincia. Nei capoluoghi quindi vi è un numero minore di poveri, ma vi è una povertà maggiore, più intensa. Il primo rapporto regionale sulla povertà non si ferma all“analisi quantitativa ma scende nelle biografie delle persone per conoscerne i tratti e tentare di tracciare un vero e proprio identikit. E allora scopriamo che il rischio di povertà colpisce in Puglia i giovani (17 30 anni) e gli anziani. Con l“aumentare dell“età, però, diminuisce il rischio di cadere in una delle dimensioni di povertà. Le famiglie con uno e due componenti rappresentano più del 40% delle famiglie povere, mentre le famiglie con tre o più figli a carico, che presentano il rischio di povertà più elevato, rappresentano solo il 13% delle famiglie povere; guardando alla condizione professionale, più dell“80% delle famiglie povere non ha al suo interno componenti disoccupati; con riferimento all“istruzione, più del 60% dei poveri ha un titolo di studio non superiore alla licenza elementare. I componenti delle famiglie intervistate si caratterizzano prevalentemente per avere rapporti di lavoro precari, poco qualificati e poco remunerati. Il lavoro assume una connotazione strumentale in quanto mezzo per ottenere un reddito sufficiente per vivere: l“inserimento avviene nel mercato del lavoro secondario e non offre quindi nè livelli di gratificazione accettabili nè sicurezza di reddito. La vulnerabilità legata al lavoro deriva in parte da condizioni di partenza, ma risulta colpire oggi anche ampi strati di quella popolazione 'media“ che sta subendo gli attuali processi di ristrutturazione dell“economia. Anche il ceto operaio che fino a pochi anni fa godeva di solide garanzie, ora risulta soggetto a condizioni di fragilità che ne determinano la precarietà. La famiglia sembra soggetta ad un percorso di "fragilizzazione sociale" che se da un lato la confermano quale prevalente ambito di supporto per i suoi componenti, dall“altro diventa condizionante rispetto alle scelte di vita. Un aspetto interessante sottolineato nel rapporto è che, contrariamente alla letteratura più recente sulla vulnerabilità delle famiglie composte da anziani, in Puglia si a osservato un fenomeno di solidarietà intergenerazionale al rovescio: sono i nuclei composti da anziani a sostenere emotivamente ed economicamente i componenti più giovani. Le famiglie composte da anziani, in quanto percettori di reddito fisso, diventano il principale meccanismo di difesa contro lo scivolamento nella povertà economica dei figli, anche se ciò le sottopone ad un processo di indebolimento.


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