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Fondazione don Tonino Bello: ''No alla regressione civile in agguato''

Data: 21/05/2008
Categoria: Altre News
In vista del pacchetto sicurezza, si fa sentire la voce delle associaizoni per chiedere al governo il rispetto delle persone, della legalità, e della solidarietà
"So bene che il problema dell'immigrazione richiede molta avvedutezza e merita risposte meno ingenue di quelle fornite da un romantico altruismo. Capisco anche le buone ragioni dei miei concittadini che temono chi sa quali destabilizzazioni negli assetti consolidati del loro sistema di vita. Ma mi lascia sovrappensiero il fatto che si stentino a capire le buone ragioni dei poveri allo sbando, e che, in quest"esodo biblico, non si riesca ancora a scorgere l“inquietante malessere di un mondo oppresso dall“ingiustizia e dalla miseria" così don Tonino Bello scriveva nel 1992 all“indomani dei primi sbarchi di immigrati sulle coste salentine. E mentre si prepara il nuovo decreto contro l“immigrazione clandestina, le voci delle associazioni cominciano a farsi sentire. La fondazione "Don Tonino Bello" di Alessano, che porta appunto il nome del vescovo della pace, dice la sua attraverso la voce del presidente Marcello Bello, fratello del compianto vescovo, di Giancarlo Piccinni e del referente di Pax Christi nel salento, Salvatore Leopizzi. "Anche noi, sulla scorta della sua testimonianza, ancora così viva e attuale, vogliamo esprimere la preoccupazione - scrivono in una nota al presidente della giunta regionale Nichi Vendola e assieme il disagio morale per il clima di condiscendenza popolare e perfino a volte di legittimazione istituzionale in cui tutto questo sta avvenendo". La preoccupazione c“è, ed è che punendo chi delinque e l“irregolarità, si finisca per non vedere situazioni peggiori e più gravi. "Il rispetto della dignità e dei diritti inviolabili di ogni essere umano continuano i tre firmatari della lettera - il dovere di prestare soccorso a chi è nel bisogno e nel pericolo, la necessità di creare spazi di accoglienza e servizi di solidarietà devono costituire la base e il fondamento di ogni programma politico, di ogni intervento legislativo, di ogni azione di risanamento sociale, di ogni opera educativa e culturale a tutti i livelli di responsabilità". Se "delle nostre parole dobbiamo rendere conto davanti alla storia, dei nostri silenzi dovremo rendere conto davanti a Dio" scriveva don Tonino. Per questo, non solo in appello alla sua memoria - si scrive nella lettera -"pensiamo di non dover tacere e facciamo appello alla coscienza personale e collettiva perchè si sappiano cogliere tempestivamente i segnali allarmanti di una regressione civile già in agguato. Auspichiamo che, anche nel dare risposte alla legittima richiesta di sicurezza dei cittadini, possa prevalere non tanto la logica delle soluzioni semplicistiche di sicuro successo mediatico ma quella più ardua, più lungimirante e certamente più efficace che sa unire sempre rispetto delle persone, legalità e solidarietà."


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