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Salento, tra illegalità e speranza

Data: 30/03/2008
Categoria: News CSV Salento
Organizzato dal Centro Educazione Ambientale (CEA) con il patrocinio del CSVS un convegno su "Lavoro e Legalità". Presenti il prete anticamorra don Merola, il vescovo di Ugento mons. De Grisantis, Fanelli della Coldiretti.
"Il Salento una terra felice per quanto riguarda la illegalità" come ha detto il sindaco di Ugento Eugenio Ozza, o "il Salento una terra della illegalità sotto coperta, con i giovani che sono costretti a fuggire perchè qui lavoro fa rima con precarietà, raccomandazioni e sfruttamento" come sostiene don Stefano Rocca, parroco di Ugento? Su queste due affermazioni contrapposte si è dipanato il dibattito a Ugento, nel Teatro dell“Oratorio della Parrocchia San Giovanni Bosco, davanti a 400 persone; presenti don Luigi Merola, prete anticamorra che vive sotto scorta da 5 anni, il vescovo di Ugento mons. Vito De Grisantis, il delegato nazionale della Coldiretti Donato Fanelli, Elisa Colella di CEA Posidonia, Luigi Russo presidente del CSVS. Ha esordito il prete anticamorra: "Io non conosco esattamente la situazione del Salento, ma state attenti a non minimizzare. Il confine tra illegalità e legalità è molto sottile. Molto pericoloso oltre a minimizzare è pensare che i problemi, le illegalità, sono cose che non ci interessano, che interessano solo chi li fa o chi li subisce". Don Merola ha raccontato come nella sua Forcella, il territorio a più ampio tasso di presenza criminale di tutta la Campania, quello che ha trovato quando arrivò era la scomparsa del tessuto sociale e delle reti tra le persone: "Quando ognuno si chiude nel suo individualismo e chiude gli occhi di fronte al male, minimizzando, allora quello che regna è la legge del più forte, del bullo prima e del delinquente poi. Per questo ho pensato che bisogna educare, educare i ragazzi, educare gli adulti, insegnare loro a coniugare Vangelo e attualità, e che la fede deve diventare vita. Altrimenti ad educare sono le trasmissioni come quella di Lucia De Filippi o il Grande FratelloÖ". Duro l“attacco di don Merola al mondo politico e agli amministratori: "Deve cambiare la classe politica, spesso fatta solo da corrotti e da veri ciucci (lo hanno dimostrato Le Iene), che sanno solo fare affari con la criminalità, non solo nel napoletano (96 i consigli comunali sciolti per affari criminali) ma anche nelle altre regioni". Molto deciso anche l“intervento di mons. Vito De Grisantis, che ha messo in evidenza tutti i problemi dell“economia e del lavoro nel Salento, dalla disoccupazione all“usura, dalla fuga di cervelli, allo sfruttamento, al profitto senza etica: "Ogni giorno sentiamo nelle confessioni cose che ci fanno rabbrividireÖ". La Chiesa deve occuparsi di questi problemi, che generano infelicità e sofferenza alle persone, e infine distruggono le persone, i giovani soprattutto, e le stesse famiglie: l“illegalità, occorre dirlo chiaramente, è peccato. Anche per il vescovo di Ugento educare è la prima e più grande priorità; e dire la verità come ha fatto la stessa Chiesa di Ugento che in un documento del 2003 denunciò con forza tutte le illegalità, piccole e grandi, che sono presenti nel nostro territorio. "Occorre anche puntare sul grande valore dell'associazionismo e del volontariato - gli ha fatto eco il presidente del CSVS Luigi Russo - perchè i valori autentici della solidarietà e del dono, della corresponsabilità non possono essere interiorizzati solo con le teorie e con la buona volontà, ma occorre sperimentarli nelle prassi concrete, ad esempio dove i volontari agiscono". A confermare che la Puglia non è terra felice, anche l“intervento di Donato Fanelli della Coldiretti: "Nel nostro territorio abbiamo forme di schiavitù nel lavoro agricolo portato avanti da organizzazioni criminali, distruzione delle attrezzature agricole e di interi raccolti, la pratica costante della raccomandazione, abusivismo edilizio e favoritismo verso i poteri forti". E a ruota l“intervento di tanti cittadini presenti in teatro, che incoraggiati da don Merola hanno raccontato degli stipendi da fame, senza versamento di contributi, che prendono i giovani di Ugento (10 Euro al giorno) lavorando nei villaggi turistici, di orari di lavoro che toccano le 13 ore giornaliere, di centri commerciali che spuntano come funghi e uccidono i piccoli commercianti locali. Questa la denuncia, ma che fare oltre ad educare? Occorre pensare a percorsi concreti, che diano slancio all“economia locale, che non è principalmente quella dei villaggi turistici e dei centri commerciali. Fanelli si è reso disponibile, insieme alla Parrocchia e al Centro Educazione Ambientale, di avviare percorsi di sviluppo di reti tra gli agricoltori e le piccole imprese agricole dell“ugentino: "Sfruttando l“occasione della nascita del Parco di Ugento, puntare a valorizzare un marchio Parco, cominciando a produrre olio e vino del Parco di Ugento; inoltre si potrebbe realizzare, anche davanti alla parrocchia se il comune non ci sta, una volta una mese il Mercato degli agricoltori per promuovere i loro prodotti, senza passare dalla rete commerciale; e poi ancora avviare le cosiddette Fattorie Didattiche che possono creare cultura e ricchezza".


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