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“Preoccupanti i livelli di ozono e polveri sottili”

Data: 15/03/2008
Categoria: Altre News
Studio di qualità dell“aria nella Provincia di Lecce
Il 14 marzo, presso la succursale dell“Istituto Professionale "A. De Pace" di Lecce, si è svolto il convegno di presentazione dello studio sulla qualità dell“aria nella nostra provincia. Erano presenti numerose figure istituzionali legate alla provincia, vari esperti sia del Centro nazionale Ricerche (Cnr) dell“Istituto di scienze dell“atmosfera e del clima (Isac) che dell“Agenzia Regionale Protezione Ambiente (Arpa) e sono intervenuti dal pubblico i professori L. Ruggero e A. Zenga dell“Università del Salento e Madalo, sindaco di Arnesano. D. Corsini, dirigente servizio rifiuti, scarichi, emissioni e politiche energetiche della Provincia, dà inizio ai lavori sottolineando il sicuro interesse dei cittadini per l“argomento, a causa della ricaduta che l“inquinamento ha sulla salute. G. Scognamillo, assessore provinciale all“ambiente, auspica il rafforzamento di una rete, peraltro già esistente, che tenga insieme le varie competenze (Cnr, Arpa, Istituto di chimica ambientale, Asl, Università), per andare al di là dei controlli episodici, per monitorare maggiore territorio e aumentare il numero dei controlli. L“assessore ha presentato il lavoro di ricerca svolto: un lavoro lungo che va dal 2003-2005, anche se durante il convegno sono state mostrate inoltre rilevazioni relative lo scorso anno ed il corrente. Sono state usate per le rilevazioni centraline fisse e mobili sparse in punti nevralgici della Provincia. All“intervento di Scognamillo è seguito quello di F. Prodi, direttore del Cnr dell“Isac, che ha illustrato le attività di ricerca portate avanti dall“istituto nelle seguenti discipline: metodologia dinamica e le sue applicazioni, cambiamenti climatici e la loro previsione, struttura e composizione dell“atmosfera e osservazioni del pianeta Terra. Ha illustrato in che modo, nella ricerca sulla qualità dell“aria, le rilevazioni a terra sono state integrate con l“uso di radar, di satelliti e con i dati rilevati per il newcasting. Riprendendo il discorso sulla creazione della "rete" ha parlato della collaborazione proficua con gli istituti provinciali, che meglio di altri possono favorire le specificità locali. Con l“intervento di D. Contini, responsabile Programma operativo monitoraggio Isac-Cnr, si è entrati nello specifico della ricerca. Il ricercatore ha iniziato con la descrizione delle reti di monitoraggio presenti a Campi Salentina, Lecce, Galatina e Maglie ed ha sottolineato come a queste sedi fisse si è affiancato l“uso di un laboratorio mobile, modernissimo, per rilevare eventuali criticità. Quindi il Responsabile del Programma operativo ha esposto i principali risultati della ricerca: ì Ossido di Azoto: non ci sono particolari casi di inquinamento acuto; ì Ossido di Carbonio: non ci sono episodi acuti di inquinamento; ì Benzene: è maggiore la differenza tra estate ed inverno, dovuta alla scarsità di precipitazioni estive; la quantità rilevata è comunque più bassa delle medie annuali; ì Biossido di Zolfo: non ci sono episodi acuti di inquinamento; ì Ozono: la rilevazione è significativa e preoccupante. » un inquinamento secondario, accentuato dall“irradiamento solare; ì Particolato atmosferico: è una delle criticità del territorio salentino. Le sorgenti sono molte, sia naturali (erosione del suolo, incendi, emissioni vulcaniche, spray marino) che antropiche (combustione, azioni meccaniche). L“accumulo dei metalli pesanti è maggiore in estate ed è incrementato dalle polveri provenienti dal Sahara. La quantità di PM10 è maggiore nelle zone di Campi, Lecce e Maglie, mentre il PM2,5 è più alto a Maglie, incrementato dalla zona industriale e dalla diossina delle zona urbana. Come analisi di caso, il prof. Contini ha utilizzato la città di Trepuzzi dove si ha un superamento del livello medio di PM10 soprattutto la mattina presto dovuto, quindi, a fattori antropici. La Ricercatrice dell“Isac-Cnr dell“Unità operativa di Lecce, C. Mangia ha diretto il gruppo di attività di modellistica. Lo studio dei modelli ha un valore sostanziale nell“interpretazione delle misurazioni, nell“estrapolazione nello spazio delle misure, nell“individuazione delle posizioni ottimali dove effettuarle e nell“analisi del rapporto tra emissioni e valutazioni. Per quanto riguarda la situazione della nostra provincia, per creare un inventario delle emissioni, bisogna monitorare la zona industriale di Lecce, quella di Taranto e di Brindisi, le emissioni diffuse, l“inventario Corinair 2000 con alcuni aggiornamenti all“inventario regionale e utilizzare le simulazioni. In conclusione la ricercatrice ha posto l“accento sulle criticità del territorio: la presenza di ozono e delle polveri sottili. A conferma della stretta rete che si è venuta a creare tra Cnr e Arpa, i dati di questa ricerca sono stati integrati con gli studi dell“Agenzia regionale protezione ambientale della Regione Puglia. Per l“Arpa sono intervenuti il prof. Calabrese e la ricercatrice Mocioni: il primo ha spiegato gli ambiti e gli scopi specifici dell“Istituto e con la coordinatrice del progetto Aria, prof. Mocioni, ha ampliato con ulteriori monitoraggi il lavoro del Cnr, rilevando un quadro regionale più ampio ma molto simile. I due studiosi hanno sottolineato l“importanza del Piano triennale regionale per dare avvio alla riprogrammazione e per avere maggiori possibilità di studio, aumentando i fondi per la ricerca e per i nuovi mezzi tecnici. I progetti più importanti del Piano di Arpa sono: Progetto Salento, che studia l“eccesso di Pm10 e di Pm2,5, ma anche i microinquinanti organici (tra cui diossine e idrocarburi), e Progetto Taranto, che si occupa della città più industrializzata di Puglia. Dopo gli interventi del pubblico, il presidente della Commissione consiliare ambiente della Provincia, N. Sticchi; ha salutato i partecipanti, ribadendo l“importanza di questi studi al fine di controllare gli impianti industriali e "tranquillizzare" i cittadini: "l“importante è sapere per poter prevenire".


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