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Randagismo. Aumentano i cani detenuti nei canili, soprattutto al sud

Data: 30/08/2018
Categoria: Altre News

E’ quanto emerge dall’indagine LAV che raccoglie i dati delle strutture in tutta Italia. I cani detenuti nei canili rifugio sono aumentati del 9,26% rispetto al 2016. Il mezzogiorno si conferma zona critica

Nonostante il randagismo sia un fenomeno sotto gli occhi di tutti, nel nostro Paese, non se ne conoscono le reali dimensioni, a causa della scarsità di dati ufficiali completi che permettano un'analisi dettagliata della situazione. Per cercare, tuttavia, di avere un quadro quanto più realistico possibile, per il terzo anno consecutivo la LAV – Lega Anti Vivisezione - ha chiesto alle Regioni e alle Province Autonome di indicare quante strutture di accoglienza per cani e gatti siano presenti sul loro territorio, quanti cani, dopo essere stati catturati, siano stati restituiti al proprietario, quanti fossero quelli presenti nei canili rifugio, il numero delle colonie feline, delle sterilizzazioni effettuate e quello delle adozioni.

Dall'analisi dei dati forniti e raccolti nel nuovo dossier di Ilaria Innocenti, responsabile LAV Animali Familiari, è emerso un quadro che conferma una situazione tutt'altro che positiva, con il Paese diviso sostanzialmente in due: da una parte, Centro-Nord Italia (ad eccezione del Lazio) il randagismo canino è contenuto, mentre al Sud e nelle Isole il numero dei cani randagi è ancora rilevante. Ancora poche nel Mezzogiorno le colonie feline registrate. Nel 2017 il numero dei cani presenti nei canili rifugio è aumentato del 9,26% rispetto al 2016, e su 114.866 cani presenti in queste strutture, ben il 72% (82.342) si trova in quelle del Mezzogiorno. 91.021 i cani entrati nei canili sanitari nel 2017, e solo il 38% dei cani è stato restituito al detentore: anche in questo caso la percentuale più bassa di restituzione è stata registrata nel Sud Italia e nelle Isole, con appena il 6%, percentuale che aumenta al 39% nel Centro Italia, fino ad arrivare ad un 69% di media per le regioni del Nord.

Ciò è dovuto essenzialmente alla minore propensione alla registrazione in anagrafe degli animali d’affezione nelle regioni del Mezzogiorno, che rende difficile rintracciare la famiglia di appartenenza del cane che entra in canile. Sul fronte dell’identificazione e della registrazione in anagrafe dal 2017 al 2018 si è registrato un aumento del 12,3%, pari a 1.159.409 cani in più. Lombardia (1.470.789), Veneto (1.213.005), Emilia- Romagna (1.113.829), Piemonte (889.639) e Lazio (850.267) sono le Regioni che contano il numero totale maggiore di cani registrati in anagrafe, alla data del 27 giugno 2018. Il dato incoraggiante è che le regioni che hanno registrato il maggiore aumento di cani iscritti in anagrafe nei primi 6 mesi del 2018, rispetto a quelli del 2017, sono regioni del Centro e del Sud: Umbria (+122%), Marche (+88%), Sicilia (+44%), Abruzzo (+11%), ma anche Lazio, Toscana e Calabria che fanno registrare un incremento pari al 10%. In nessuna regione, inoltre, si è registrata una flessione del numero delle registrazioni.

Rispetto al numero delle strutture, in Italia risultano 434 canili sanitari e 766 rifugi (114 canili assolvono entrambe le funzioni) per un totale di 1.200 canili, il 44% dei quali si trova nel Mezzogiorno, il 37% al Nord e il restante 19% al Centro. Inversa la situazione per quanto riguarda i gattili, quasi inesistenti al Sud e nelle Isole, che ne registrano appena 7 contro i 94 del Centro nord. Scarsa attenzione anche per le colonie feline (7.934 colonie registrate contro le 53.944 del Centro nord) e per la sterilizzazione dei gatti (poco meno di 15.000 contro i poco più di 54.000 del Centro-nord). Deve far riflettere, invece, il calo delle adozioni nel 2017: -3.704 cani rispetto al 2016, confermando così il trend negativo evidenziato lo scorso anno, quando si era registrato un calo di 3.048 adozioni. Un fenomeno che riguarda tutte le regioni, ad esclusione di Lazio, Emilia-Romagna, Molise e Valle d’Aosta, e che trova una spiegazione anche nelle aumentate difficoltà degli italiani a causa della crisi economica. In Italia, purtroppo, vivere con un cane o un gatto è considerato un lusso: su cure veterinarie e cibo per animali non tenuti a scopo di lucro si applica l’IVA ordinaria (22%), e le detrazioni Irpef per farmaci e cure veterinarie sono irrisorie, mentre il costo di un farmaco veterinario è in media cinque volte superiore rispetto a quello a uso umano. Questi aspetti sono oggetto della campagna LAV #ipiùtassati, e alla base di una serie di richieste a Governo e Parlamento per favorire la convivenza delle famiglie con un animale (http://www.lav.it/campagne/i-piu-tassati).

Il randagismo, quindi, è un fenomeno lontano dall'essere superato, e gli interventi, soprattutto al Centro sud e nelle Isole, da mettere in atto sono ormai urgenti, sia per gli animali coinvolti che, traumatizzati dall’abbandono o nati da animali in libertà, sono costretti a una vita di stenti ed esposti a continui pericoli tra cui gli incidenti stradali che possono costituire un pericolo anche per l’incolumità pubblica, sia per il costo per la collettività: nel 2017 si sono spesi 402.031,00 € al giorno per il mantenimento dei cani detenuti nei canili, (stima estremamente conservativa) nonché un danno di immagine a livello turistico per le regioni in cui il fenomeno è più diffuso. Chiediamo al Ministro della Salute, Giulia Grillo, di prevedere con urgenza un Piano Nazionale di prevenzione del randagismo, che contenga queste indispensabili linee di intervento, da applicare a livello  nazionale e locale:

  • raccogliere dati completi e certi da parte di tutte le Regioni;
  • realizzare un’Anagrafe nazionale canina e felina;
  • incentivare l’iscrizione dei cani in anagrafe degli animali d’affezione e rendere obbligatoria l’identificazione dei gatti tramite microchip;
  • applicare le norme esistenti, spesso disattese o solo in parte applicate; • promuovere le sterilizzazioni;
  • assicurare la presenza delle associazioni di volontariato nei canili per facilitare le adozioni;
  • predisporre incentivi per chi adotta, sotto forma di detrazioni, riduzione IVA, buoni e rimborsi;
  • adottare il modello di parco-canile;
  • promuovere l’accoglienza degli animali nelle strutture turistiche e nei luoghi pubblici;
  • contrastare il traffico di cuccioli e il commercio ambulante, nei negozi e on-line

www.lav.it



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