Cerca nel sito:  

Giro di vite sul caporalato e nell’agropontino spunta la droga

Data: 26/08/2018
Categoria: Altre News

Oppio e pasticche per lavorare di più, questa la scoperta della Squadra mobile alle porte di Latina

Sono stati trovati a decine di bulbi di papavero assieme a tabacco indiano a casa di un immigrato indiano durante un controllo degli agenti della Squadra mobile eseguito nei giorni scorsi. Gli altri immigrati trovati nell’abitazione sono risultati tutti regolari con il permesso di soggiorno e lavorano nei vari campi della zona.  La Questura pontina punta i fari sul fenomeno. Da almeno un anno, a margine delle numerose inchieste che hanno portato agli arresti di caporali e irruzioni nelle aziende agricole della zona, si parlava di droghe che i braccianti assumevano per resistere al lavoro. Segno delle condizioni disumane in cui spesso, seppur regolarizzati, gli indiani sono costretti a lavorare. «I bulbi di papavero che abbiamo trovato sono quelli usati anche per ricavare la morfina e l’eroina», ha spiegato Carmine Mosca, il dirigente della Squadra mobile, «ma in questo caso erano bulbi già lavorati, con un minimo residuo di principio attivo di droga, e destinati allo scarto. Ma anche il bulbo secco, triturato, è usato per preparare una tisana da bere durante il lavoro per resistere alla fatica nei campi ». A destare sorpresa negli agenti, però, è stato il ritrovamento di centinaia di bustine di “tabacco indiano” una sostanza che si estrae dalla palma di Betel che sull’organismo ha un effetto stimolante e analgesico. La sostanza mischiata con con il carbonato di calcio – il contenuto delle fialette – per formare delle polpettine che assomigliano a delle grosse pasticche fai-da-te. «Queste tenute in bocca e masticate di tanto in tanto permettono al bracciante di sopportare la fatica. Oltretutto, parliamo di un prodotto molto usato nel Sudest asiatico, è nella loro cultura. A noi interessa capire però il canale di approvvigionamento e la liceità dell’importazione». Un aspetto ancora tutto da chiarire è la volontarietà o meno per il bracciante di assumere queste sostanze. Il che apre un nuovo, inquietante scenario sul fronte dell’illegalità nello sfruttamento già disumano della manodopera straniera in queste campagne.

Un secondo controllo, stavolta a Pontinia, comune pontino a forte vocazione rurale, ha fatto scoprire agli agenti alcune baracche, in un podere, dove in pessime condizioni igieniche e sanitarie abitavano una decina di indiani, di cui solo quattro irregolari. Non lavoravano nell’azienda agricola. Per gli investigatori quel luogo è un centro di smistamento degli immigrati da sfruttare in giro per l’Agro Pontino. MMB

 

Fonte:avvenire



Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.