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L’altra estate: nelle carceri suicidi record

Data: 11/08/2018
Categoria: Altre News

Per l' Anm fondamentale garantire dignità e umanità per attuare principi costituzionali

Esiste un’estate parallela, quella che si cela tra le pieghe di un mondo nascosto come quello delle carceri. In cella nell’ultimo periodo sono stati in 34 a togliersi la vita, su 81 morti accertati dall’inizio dell’anno. Storie che si incrociano , ma finiscono per essere livellate da un unico denominatore comune , la disperazione e la droga.Gli ultimi cinque suicidi sono stati registrati solo nel mese di agosto, sette a luglio. Vite che attraversano l’Italia, al Nord come al Sud.Mercoledì scorso a togliersi la vita è stato un giovane che scontava la sua pena a Poggioreale, Napoli: aveva 29 anni, si è impiccato con un lenzuolo alle inferriate mentre i suoi compagni di cella passeggiavano in cortile durante l’ora d’aria. Venti giorni prima altri due reclusi si erano tolti la vita, in momenti diversi, nei padiglioni del carcere partenopeo dove attualmente sono stipati più di 2.250 detenuti (capienza massima 1.500). Ma l’emergenza suicidi riguarda altri istituti penitenziari, come quello di La Spezia, nel quale il 5 agosto si è ucciso un egiziano di 60 anni, o di Genova Marassi nel quale ha deciso di farla finita un trentenne senegalese che pure era stato messo sotto sorveglianza dalla direzione perché ritenuto dagli psichiatri capace di atti di autolesionismo. Nella Casa Circondariale di Paola, in provincia di Cosenza, un ragioniere campano di 75 anni è morto perché rifiutava il cibo: da mesi era in attesa  di giudizio per aver ucciso la moglie (delitto che aveva confessato). Dal 2000 ad oggi i carcerati che hanno perso la vita, per ragioni diverse, all’interno di un istituto penitenziario, sono stati 2.815. Sull’allarmante incremento delle morti in carcere è intervenuto il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Francesco Minisci il quale ha sottolineato come nei penitenziari italiani vengano anche sventati centinaia di tentativi di suicidio: «I principi di certezza della pena e della sua funzione rieducativa possono considerarsi davvero effettivi – commenta il magistrato – solo se per le pene detentive nelle carceri (ma lo stesso vale per le misure cautelari) sono garantite condizioni di dignità e umanità, principi costituzionali imprescindibili. Intanto gli episodi di degrado e incuria nelle strutture "storiche" continuano. A Marassi nei giorni scorsi il Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, ha segnalato condizioni igieniche «indecenti e vergognose»: un grosso ratto è stato visto correre nei corridoi tra le celle dei detenuti. MMB

 

 

FONTE: Avvenire



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