Cerca nel sito:  

Incidente braccianti, cronaca di morti annunciate

Data: 07/08/2018
Categoria: Altre News

Cgil e Flai Cgil: "Non è una fatalità ma il frutto delle condizioni in cui lavorano tantissimi braccianti".

 “Una mattanza senza fine”: così Susanna Camusso, Segretario Generale Cgil e Ivana Galli, Segretaria Generale Flai Cgil hanno commentano così l’incidente stradale nel foggiano.

Sul camioncino che ieri si è sbriciolato contro un tir nel territorio di Lesina, nel foggiano, sono morti in 12. Tutti migranti, 7 erano regolari. Invece in quello che il 4 agosto si era schiantato sulla provinciale 105 tra Ascoli Satriano e Castelluccio dei Sauri, qualche decina di km più a sud, viaggiavano in 8 e a perdere la vita erano stati in 4. Tornavano tutti dal lavoro nelle piantagioni di pomodori. Ciò che è accaduto non è tragica fatalità è il risultato di attive omissioni , di tutti coloro che sanno.Ee a sapere ciò che succede da sempre, sono tutti i soggetti istituzionali, aziende che sfruttano il lavoro sporco, e anche catene di distribuzione e cittadini comuni , che tra gli scaffali vogliono acquistare il meglio al minor costo , senza porsi domande. Marco Omizzolo, sociologo, responsabile scientifico della coop In Migrazione, su quei furgoni saliva fingendosi bracciante per studiare i meccanismi del caporalato nell’Agro Pontino e racconta  “Ricordo che in uno dei furgoni su cui avevo lavorato, nelle campagne di Latina – prosegue Omizzolo – avevano tolto le due ruote di scorta e nel loro alloggiamento avevano montato una sedia, saldata malamente e legata con del filo di ferro, per ospitare una persona in più”. Il caporale lo fa per mestiere, perché i braccianti pagano per farsi portare sul campo: “Quando va bene il viaggio costa 5 euro, per il panino ne servono 3,50 e un euro e 50 per la bottiglietta d’acqua. Più ne portano e più guadagnano”. Il caporale viene pagato anche dall’azienda: “Se le fornisce 4 persone ha un profitto, se ne porta 8 l’incasso raddoppia. La legge non va cambiata, ma applicata – ribadisce Omizzolo – dovrebbe essere organizzato un sistema di controlli adeguato che comprenda non solo le aziende, ma anche le strade che portano ai campi. I caporali vanno a reclutare queste persone nei ghetti. La domanda da porsi è: perché esistono ancora questi ghetti? Ancora: portare a lavorare nelle aziende 12 persone dentro un furgoncino, trattate come merce, impiegate 10 o 12 ore nella raccolta dei pomodori girando in tutta tranquillità per le nostre strade significa che si tratta di un sistema che è diventato sociale“. E socialmente accettato: “Tutti a Latina sanno dove vanno gli indiani in bicicletta la mattina presto o da quali campi tornano la sera i braccianti a bordo di questi furgoncini nelle campagne di Foggia. Lo sanno tutti, lo vedono tutti: la popolazione, le forze di polizia, le forze politiche. E’ tutto alla luce del sole“.

Ciò accade mentre a Bologna viene presentato “La giornata”, cortometraggio Tra reportage giornalistico e narrazione cinematografica, che racconta la morte di Paola Clemente, il corto di Pippo Mezzatesta che racconta la storia di una bracciante morta in Puglia per 2,50 l’ora. “Il film ritrae una realtà che è di drammatica attualità e che è difficile superare fino a quando ci sarà gente costretta ad accettare qualsiasi condizione e ad affrontare il rischio di morire per le necessità di sopravvivere – dice Pippo Mezzapesa, regista del film scritto insieme alla giornalista e sceneggiatrice Antonella Gaeta a partire dalle inchieste di Giuliano Foschini su la Repubblica - . Non mi sembra, però, che ci si stia preoccupando più di tanto ma che ci si concentri su problemi futili per spostare l'attenzione dalle vere piaghe del quotidiano”.

Un dramma antico, che in questi giorni suona come cronaca di morti annunciate. MMB

 

 

FONTE: Redattore Sociale e Il fatto Quotidiano



Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.