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La storia. Nonni in affido, quando la scuola diventa un esempio

Data: 01/08/2018
Categoria: Altre News

Tutto nasce in una scuola del padovano , da un esperimento di un insegnante , in cui i bambini si sostituiscono nella telefonata settimanale dell’ Auser agli anziani soli. Gli esiti sono stati insperati e commoventi.

Bambini e anziani. La storia stavolta viene dal Padovano e riguarda un esperimento sociale che resto si è allargato a macchia d’olio. Tutto parte dall’idea di una maestra, Francesca Contarello, di sostituire la telefonata settimanale dell’Auser agli anziani soli, con quella dei bambini della scuola elementare , che hanno così preso in affido un nuovo nonno. In questo modo hanno inziiato a fondersi universi apparentemente lontani. L’esperimento accolto con commozione ed entusiasmo si è esteso a tutti i quartieri e continuerà a settembre.Una telefonata alla settimana, per fondere universi oggi sconosciuti ed estranei. Doveva restare l’esperimento di una scuola elementare, ma il successo e la commozione sono stati tali che il filo diretto riaprirà con settembre, esteso a tutti i quartieri. E l’esempio contagia anche gli adulti. Famiglie volontarie, grazie ai fondi stanziati dalla giunta del sindaco Sergio Giordani, adottano anziani soli per un giorno, un fine settimana, durante le ferie di chi li assiste, o per tutta l’estate. Ai “nonni in affido” a chi si offre di non ignorarli, vengono controllate le medicine, preparati i pasti, fatta la spesa e il bucato, smaltiti i rifiuti, saldate le bollette, letti libri e giornali. Il problema della solitudine , paradosso nell’era della globalità e del virtuale rimane un problema, che surclassa anche quello della povertà. I bambini, già in terza elementare, comunicano via social. La maggioranza dei vecchi ne è esclusa. Ad accomunare le generazioni è la rinuncia a un dialogo dal vivo, profondo e confidenziale. Nel rione Brusegana, grazie al vivavoce del martedì mattina, riprende invece a compiersi il prodigio di una compagnia dialogata. «A mia figlia — dice Elvira Scigliano — un anziano ha confessato il desiderio di leggere i libri della propria infanzia, ma di non avere i soldi per acquistarli. Adesso vanno insieme nella biblioteca della scuola, ricca di 8mila testi: lui li sceglie e lei glieli legge perché a una certa età la vista è quella che è. In questo modo la bambina impara e il suo nonno adottato non si perde nella depressione». Decine, visto l’inatteso successo, gli istituti padovani che hanno chiesto di aderire al progetto. Il via, in tutta la città, con la ripresa delle lezioni. La scuola, se vuole, può ancora insegnare quanto vale una vita.MMB

 

 

fonte:La Repubblica



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