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Ritirati sociali, la nuova frontiera dei malati di internet

Data: 20/07/2018
Categoria: Altre News

L’OMS l’ha dichiarata una patologia, a Roma al Gemelli un reparto dedicato cura i giovani e giovanissimi che hanno abdicato dalla vita reale per il mondo virtuale

«Una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti che prendono il sopravvento sugli altri interessi della vita» è la definizione che l L’Organizzazione mondiale della sanità ha dato alla malattia del nostro tempo: la nuova dipendenza tra giovani e giovanissimi ad un display , sia quello del cellulare o del pc.In Giappone il fenomeno si chiama “hikikomori”. Sguardo fisso sul computer , attaccamento morboso alla playstation sono i sintomi più evidenti , quelli meno percepibili fanno capo ad una sofferenza più sottile ma non meno affliggente.

Le casistiche sono tante, nell’ambulatorio delle dipendenze comportamentali del Policlinico Gemelli di Roma, diretto dallo psichiatra Federico Tonioni, se ne sono avvicendati parecchi, oltre mille  “ritirati sociali”, ragazzini e giovani adulti che hanno progressivamente chiuso ogni contatto con il mondo esterno per chiudersi nella loro stanza a giocare, guardare video su YouTube, oppure scorrere la vita degli altri sui social, la nuova caverna di Platone , dove la realtà sono le ombre, e la realtà è virtuale.

Sono adolescenti, da considerare tali anche se hanno oltre vent’anni e sono iscritti all’università, in prevalenza maschi. «Le ragazze sono una ogni dieci casi — precisa David Martinelli, uno degli psichiatri del Gemelli — ma c’è un aumento. Le femmine manifestano più spesso il disagio con disturbi dell’alimentazione, che però sono in crescita anche tra i maschi, come se ci fosse una tendenza all’equilibrio dei casi tra i sessi». «Quando arrivano da noi negano di avere ormai come unica attività il computer — racconta Martinelli — I più gravi hanno una tale sofferenza emotiva che non riescono a guardare nessuno negli occhi». Al Gemelli chiedono spesso aiuto genitori spaventati dal vedere i figli passare troppo tempo con la playstation in mano, ma i segnali per capire se il proprio figlio rischia il ritiro sociale sono inequivocabili: «Non bisogna demonizzare Internet — precisa Martinelli — né allarmarsi per un periodo di apatia dei propri figli. Il primo sintomo del ritiro sociale è invece la gradualità con cui un ragazzo abbandona progressivamente la scuola, magari lo sport, le uscite con gli amici. Un altro segnale è lo stare svegli di notte e tendere a dormire di giorno. Infine, un sintomo comune è la reazione molto violenta se i genitori vietano computer o playstation». «Il problema non è Internet — puntualizza Tonioni — ma un fenomeno evolutivo in cui le famiglie assolvono meno al loro ruolo. Siamo di fronte a nuove forme di assenza genitoriale, in cui i tablet diventano un sostituto dei rapporti». Colloqui individuali e di gruppo, e soprattutto il coinvolgimento attivo delle famiglie, sono la medicina che porta il gruppo del Gemelli a dire che «la cosa difficile è agganciarli, ma poi sono pronti ad afferrare la mano che li tira fuori dalla palude».MMB

 

 

Fonte la Repubblica



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