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Italia 2030, più malati cronici e disabili, meno giovani (lavoratori e caregiver)

Data: 11/07/2018
Categoria: Altre News

Tra dieci anni ci saranno 5 milioni di anziani disabili e 8 milioni di malati cronici. Agli Stati generali dell'assistenza a lungo termine si parla di “bomba demografica pronta a deflagrare”. Bernabei (Italia Longeva/Cattolica): "L'Italia non diventi un ospizio disorganizzato, dove spremiamo i giovani per sostenere anziani e disabili"

Non è un film distopico , quello raccontato agli Stati Generali dell’assistenza a lungo termine , in corso a Roma: è la proiezione dell'Italia nel 2030,  numeri alla mano. Si parla di “bomba demografica pronta a deflagrare”.È Roberto Bernabei, ordinario di geriatria all'Università Cattolica e Presidente di Italia Longeva, a lanciare l'allarme sulle proiezioni socio-demografiche  e sanitario-assistenziali elaborate dall'Istat, che fotografano l'invecchiamento della popolazione italiana: “Dobbiamo evitare che l’Italia diventi un enorme ma disorganizzato ospizio – afferma il professor Bernabei – nel quale resteranno pochi giovani costretti a lavorare a più non posso per sostenere milioni di anziani soli e disabili”.

I numeri dell'Istituto nazionale di statistica presentati a Roma da Berabei raccontano di un declino demografico in atto: nel 2050 ci saranno 63 anziani ogni 100 persone in età lavorativa (oggi sono 35); il numero di over 65 crescerà fino a un terzo degli abitanti totali, 20 milioni, nonostante un calo previsto della popolazione di 2,5 milioni di unità.
Le conseguenze? L'aumento di condizioni patologiche (soprattutto ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e respiratorie )  metteranno pressione sulla sostenibilità economica del sistema sanitario e assistenziale. Inoltre necessitano di cure a lungo termine a fronte di un numero inferiore di giovani in grado di tenere in piedi il sistema produttivo e contemporaneamente prendersi cura dei più anziani. Già oggi “Le famiglie sono un pilastro del nostro welfare”: sui 15 miliardi per le cure a lungo termine dei disabili, “ben tre e mezzo sono stati pagati di tasca propria dalle famiglie”. Una quota che ha allertato anche il Presidente dell'Inps, Tito Boeri “Ci vogliono politiche di riconciliazione fra lavoro e responsabilità famigliari” proponendo di rimodulare, in base al bisogno effettivo di assistenza, i permessi di lavoro retribuiti per i familiari che assistono i disabili e garantiti dalla legge 104.

Che fare di fronte a questo scenario? Per il professore della Cattolica bisogna investire in reti assistenziali, competenze e tecnologia”. È la “tecnoassistenza” per Bernabei “il vero banco di prova per il futuro del Paese” perché se “perdiamo questa partita, i numeri che già conosciamo ci schiacceranno e – chiude il Presidente di Italia Longeva – sarà vana qualsiasi riforma della sanità, del lavoro o della previdenza sociale”. MMB

 

 

 

Fonte:redattore sociale



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