Cerca nel sito:  

Adozioni in calo, i dati della Commissione Adozioni Internazionali

Data: 05/07/2018
Categoria: Altre News

Evitare “spreco di accoglienza” delle famiglie e far ripartire la catena della solidarietà con politiche ad hoc

Per la prima volta nel 2018 in Italia le adozioni potrebbero scendere sotto quota mille, in linea con il crollo a livello mondiale. Le ragioni sono molteplici: costi eccessivi (dai 15 ai 45mila euro), tempi lunghi e spesso imprevedibili, esito incerto, l’avvento (e la gratuità) di altre forme di genitorialità. Ma anche gli scandali veri o presunti, i dubbi sulla legalità̀ delle procedure all’estero, lo sviluppo in molti Stati di altre forme di protezione dell’infanzia. Eppure in questi anni il bisogno non è sceso.

Dal 16 novembre 2000 al 31 aprile 2018, mettendo in fila i dati della Commissione Adozioni Internazionali, sono 50.152 i minori a cui coppie italiane hanno dato una famiglia. Peter Selman, che da anni monitora i trend delle adozioni internazionali, ha contato circa 11mila adozioni realizzate nel 2016 in 23 Paesi di accoglienza: «I don’t think it will go up again». Per avere un termine di paragone, l’Italia da sola nel 2010 ne registrò 4.130. Il crollo mondiale delle adozioni internazionali è iniziato nel 2004: ad esempio -79% negli Stati Uniti fra il 2004 e il 2017 (da 22.884 adozioni l’anno a 4.714) e -83% in Francia (da 4.079 a 685). In Italia nello stesso periodo si è registrato un -58%, che diventa però un -65% in riferimento al 2010, anno in cui le adozioni in Italia hanno segnato il picco. Dal 2008 siamo il secondo Paese al mondo d’accoglienza: una tenuta relativa che Selman spiega col fatto che «l’Italia ha una grande tradizione di apertura nei confronti di tutti i bambini, anche quelli con special needs, molto più forte che in altri Paesi». “Special needs” significa minori che hanno subito gravi traumi, con problemi di comportamento, con una disabilità, ma anche con più di sette anni o i gruppi di fratelli adottati insieme.

Il calo delle adozioni internazionali ha molte ragioni, più volte indicate: i costi importanti (dai 15 ai 45mila euro), l’iter lungo, l’esito incerto, l’avvento (e la gratuità) di altre forme di genitorialità. Ma anche gli scandali veri o presunti, i dubbi sulla legalità delle procedure all’estero, lo sviluppo in molti Stati di altre forme di protezione dell’infanzia, a cominciare dall’affido e dall’adozione nazionale… tutto ciò ha reso l’adozione sussidiaria, come è previso che sia. Tutto bene quindi se il calo delle adozioni è conseguenza del fatto che ci sono altre soluzioni per rendere concreto il diritto a una famiglia che ogni bambino ha; tutto male se dice solo dell’incapacità di governare i cambiamenti in atto, anche trovando nuove strade. Un punto che la vicepresidente della Commissione Adozioni Internazionali, Laura Laera, affronta con molta chiarezza, e a cui reagiscono i responsabili di quattro importanti enti autorizzati.

La domanda ora è come ripartire. Il post-adozione; la permanenza o meno nei Paesi “difficili” dove i bisogni dei minori sono più acuti, ma al contempo le prassi, le norme e le culture sono molto distanti dalle nostre; i viaggi dei figli adottati alla ricerca delle proprie origini; la gestione intra ed extra familiare di figli e fratelli con la pelle "colorata”; lo storytelling ormai schiacciato su parole d’ordine (crisi, scandali, special needs...) che alludono quasi esclusivamente ad aspetti problematici; la concezione larga delle politiche adottive da inserire in un quadro di politiche pubbliche orientate al bene comune. Sono i sei snodi decisivi per il futuro delle adozioni che abbiamo approfondito nel bookazine, con l'aiuto di alcuni degli esperti più affidabili di questi temi. 

In Italia l’associazione Ai.Bi. Amici dei Bambini, attiva in tutto il mondo, ha espressamente formulato delle richieste al nuovo governo che si muovono s u quattro direttive. Prima azione : la nomina di  un Presidente politico della Commissione per le Adozioni Internazionali e un Direttore generale che diano un rinnovato impulso alla tensione verso il rilancio dell’adozione che, finalmente, si respira da un anno a questa parte. Seconda proposta un bonus da 10mila euro per ogni famiglia adottiva a conclusione dell’adozione internazionale. Infine nel medio termine ci si aspetta una forte azione in Europa che porti l’adozione internazionale nell’agenda europea con particolare interesse al tema dell’adozione europea e un "Piano Africa per l'infanzia in difficoltà familiare” .MMB

 

 

fonte:vita.it



Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.