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I tutori volontari, la Legge Zampa e le falle del sistema

Data: 02/07/2018
Categoria: Altre News

A sollevare il caso un “aspirante tutore”, che ha dato disponibilità ad agosto e dopo nove mesi non è ancora stato ricontattato. La Garante per l'Infanzia: «Il tutore volontario serve e sarebbe un peccato disperdere l’enorme dichiarazione di disponibilità raccolta ». Permangono i problemi anche per chi tutore lo è già.

 

Ogni 10 cittadini che hanno dato disponibilità per diventare tutore volontario di un minore non accompagnato, ce n’è mezzo o poco più che lo è diventato davvero. I numeri sono impietosi: dei 4.115 aspiranti tutori, ovvero i cittadini che si sono candidati ai corsi di formazione, solo 1.166 sono stati inseriti negli elenchi dei Tribunali dei Minori dopo la formazione e la conferma della effettiva disponibilità e appena 258 hanno ricevuto la nomina a tutore da parte di un Tribunale dei Minorenni. Tutto ciò a fronte – lo ricordiamo – di 13.838 minori stranieri non accompagnati presenti e censiti in Italia al 31 marzo 2018, che erano però 18.303 al 31 dicembre 2017.

I dati vengono dalla Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano, autorità che tanto si è spesa nei mesi scorsi per promuovere questa figura nuova e delicata.«Il tutore volontario serve assolutamente. Sarebbe un peccato disperdere l’enorme dichiarazione di disponibilità rappresentata dagli oltre 4mila cittadini che hanno dato la loro disponibilità», afferma Filomena Albano. «Il problema per cui questa disponibilità non viene accolta è legato da un lato a una norma transitoria introdotta nel decreto legislativo 220/2107, che prevede che il passaggio di competenza al Tribunale dei Minori valga solo per i ragazzi arrivati solo dopo il 3 marzo 2018, dall’altro ha ragioni organizzative, quella del tutore volontario è una sfida che coinvolte tanti attori di una catena che devono imparare a funzionare insieme».

Per essere concreti, un primo fattore critico è il ritardo con cui alcuni garanti regionali hanno avviato i corsi di formazione. Ma anche là dove i corsi sono stati fatti e ci sono alti numeri di persone formate, c’è il problema che i Tribunali dei Minori stanno nominando i tutori con il contagocce. «L’Autorità Nazionale è intervenuta direttamente nella formazione in alcune regioni », ammette Albano, «Se i tutori volontari non vengono nominati, c’è il rischio di inficiare alla radice la credibilità del sistema.

Chi è già tutore volontario  poi i problemi li deve affrontare ogni giorno. Adesso deve trovare piena applicazione nella sinergia tra tribunali, garanti regionali, servizi sociali e associazioni Cinque i punti essenziali: strutture specifiche di accoglienza per minori; protocolli per l'accertamento dell'età con la presenza di un mediatore; protezione dei diritti del minore con l'istituzione della figura del tutore volontario. E infine, diritto alla salute, all'istruzione e all'assistenza legale. intensivi, come testimonia anche l'avvocato Brambilla, ma alla fine la richiesta è sempre la stessa: non rimanere soli.Ricordiamo che in Italia, il 90% dei minori che scompaiono sono bambini e ragazzi stranieri senza famiglia.MMB

 

Fonte: vita.it – Left.it



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