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Rapporto Oxfam. Turni massacranti, abusi e salari miseri, tutti i retroscena della filiera alimentare

Data: 22/06/2018
Categoria: Altre News

Milioni di donne e uomini, dal Sud Africa alle Filippine , dalla Thailandia e al Pakistan , sino all’Italia del caporalato, intrappolati nel circolo vizioso della povertà e vittime delle disuguaglianze

Il  nuovo rapporto Maturi per il cambiamento, diffuso oggi da Oxfam, ritrae una situazione paradossale, di crescente disuguaglianza.

I supermercati trattengono una quota crescente del prezzo pagato dai consumatori – in alcuni casi fino al 50% – mentre quella destinata a lavoratori e produttori è spesso pari a meno del 5%.

Un'indagine tra i lavoratori e i piccoli agricoltori in 5 paesi con livelli di reddito molto diversi come Italia, Sud Africa, Filippine, Tailandia e Pakistan, ha rivelato un minimo comun denominatore: condizioni di povertà tali da compromettere la possibilità di sfamare adeguatamente sé e la propria famiglia. Basti pensare che in Italia il 75% delle lavoratrici nei campi intervistate da Oxfam, afferma di essere sottopagata, dovendo rinunciare a pasti regolari

Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2015 erano circa 430 mila i lavoratori irregolari in agricoltura e potenziali vittime di caporalato in Italia, “impiegati” in quasi tutte le principali filiere stagionali di frutta e verdura in vendita nella grande distribuzione. Tra questi 100 mila lavoratori vittime di sfruttamento, con l'80% di lavoratori stranieri e il 42% di donne, che a parità di tipologia di lavoro venivano sottopagate rispetto agli uomini. Tra le più gravi forme di sfruttamento e violazione dei diritti: orari di lavoro nei campi fino a 12 ore al giorno; lavoratori esposti a pesticidi tossici e a temperature altissime in estate e estremamente rigide in inverno, costetti a vivere in tende, baraccopoli o container; abusi e violenze sulle lavoratrici; paghe medie tra i 15 e 20 euro al giorno, ben al di sotto del minimo legale di 47 euro al giorno; un controllo pressoché totale delle vite dei lavoratori da parte dei datori di lavoro.

Dai campi ai supermercati: donne e migranti le prime vittime del caporalato Made in Italy

«Ci trattano come bestie. Controllano quante volte andiamo al bagno e ci dicono di tornare subito al lavoro. Se ti rifiuti di lavorare la domenica minacciano di non chiamarti più», così una lavoratrice italiana racconta le proprie condizioni di sfruttamento in Campania. Testimonianze drammatiche, contenute nel caso studio sull’Italia Sfruttati curato da Oxfam Italia e Terra!Onlus, che fotografano il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei lavoratori informali in agricoltura. Centinaia di migliaia di persone senza diritti, soprattutto donne e lavoratori stranieri.

Un obiettivo, quello di porre fine allo sfruttamento del lavoro nelle filiere agricole, che le organizzazioni italiane riporteranno anche sui tavoli di Bruxelles, chiedendo agli europarlamentari italiani di supportare la recente proposta della Commissione, per proteggere i piccoli produttori in tutto il mondo dagli abusi di potere nelle filiere europee. MMB

fonte:Vita.it

 



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