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Oms, la ludopatia tra le dipendenze.

Data: 21/06/2018
Categoria: Altre News

Il "gaming disorder" entra nell’elenco internazionale delle malattie.

“Una decisione importante dal punto di vista culturale perché apre un ragionamento importante, che non si fa mai, sui rischi dei giochi che non sono d’azzardo”. Matteo Iori, presidente del Conagga, il Coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo e direttore del Centro Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia, commenta la scelta dell’Organizzazione mondiale della sanità di inserire il gaming disorder ovvero la dipendenza da videogame nell’elenco internazionale delle malattie (International classification of diseases, Icd – 11 appena pubblicato), nel capitolo sulle malattie mentali, comportamentali e neurologiche, in particolare tra quelle derivanti da comportamenti che danno dipendenza. “Spesso, in Italia, ci si focalizza sui rischi dell’azzardo ma sempre di più le persone, in particolare i più giovani, legano molto del proprio tempo all’utilizzo di certi giochi che sono non solo pericolosi per il rischio specifico di dipendenza riconosciuto dall’Oms – spiega Iori – ma anche perché aprono ai rischi legati ai giochi su cui si può scommettere del denaro come, ad esempio, le lotbox ovvero i giochi in cui puoi acquistare qualcosa pagando in euro ma il cui risultato è legato alla sorte”.

Sono sempre più diffusi, infatti, i giochi che mettono in vendita cose, acquistabili online utilizzando denaro, il cui risultato è aleatorio. “Molti giochi per smartphone, ad esempio, ti permettono di acquistare dei bauli al cui interno, se si è fortunati, si trova qualcosa che potenzia il proprio personaggio”, spiega Iori. Il rischio di questi giochi, che di fatto utilizzano il meccanismo del gioco d’azzardo, è stato riconosciuto da alcuni Paesi che hanno vietato le lotbox. “Esistono però centinaia di ‘social casinò games’ ovvero casinò gratuiti pensati per i ragazzini (in Italia si trovano sugli smartphone e sono utilizzabili dai 12 anni in su, in Inghilterra dai 4 anni) in cui puoi scaricare un’applicazione che tramite una slot machine ti permette di vincere qualcosa che potenzia il gioco o il personaggio – continua – In pratica, i ragazzini imparano a usare una slot machine e sono esposti anche alle pubblicità di siti di gioco d’azzardo”.

Dal gambling al gaming. “L’inserimento del gaming disorder nell’Icd è importante perché ci dice che dobbiamo imparare a spostare la riflessione dal gambling cioè il gioco d’azzardo al gaming cioè il gioco elettronico su smartphone e consolle, come si sta facendo in altri Paesi – conclude Iori – Da un lato, è importante perché dice che la dipendenza da videogiochi esiste ed è una cosa su cui prestare attenzione, dall’altra perché alza l’allarme su giochi che non sono d’azzardo. L’Italia è in ritardo ed è ora che inizi a riflettere su questo tema”. (lp) - MMB

 

Fonte: redattore sociale



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