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Per fermare la Xylella non servono le guerre ma l'intelligenza

Data: 14/06/2018
Categoria: Altre News

Convegno della Regione Puglia all'Ecotekne il 13 giugno 2018, nel quale si è parlato di obiettivi, metodi, strategie per contrastare il Codiro. Forte presenza di volontari militanti del Popolo degli ulivi

Mattinata piena quella del 13 giugno 2018 presso l'aula Y1 dell'edificio Angelo Rizzo al Campus universitario dell'Ecotekene di Monteroni. Gli onori di casa compito dell'assessore Di Gioia che introduce i relatori: il D. Ragno dell' Arif, la Percoco dell'osservatorio fitosanitario, il dott. Nardone del Dipartimento Agricoltura, chiude la sessione il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Molto tecnico l'intervento di Ragno che descrive il lavoro di monitoraggio compiuto dall'Arif raccontando anche  delle iniziali difficoltà che gli operatori incontravano nello svolgimento del loro compito. Puntuale nel riferire che il personale fu selezionato con regolare bando di concorso, illustra successivamente le app in uso e in  dotazione agli operatori, strumenti in grado di individuare con massima precisione la localizzazione delle piante infette. La dott.ssa Percoco inizia facendo una breve cronistoria delle direttive europee tenendo a sottolineare la contrarietà all'ultima di queste che vedrebbe spostare la zona cuscinetto ancora più a nord. Allungando nella descrizione della lotta al vettore sputacchina, però, si guarda bene dal pronunciare anche un benché minimo accenno al tanto contestato decreto Martina, e pur riportando della riconosciuta pericolosità dei  fitofarmaci previsti per la lotta al vettore, rassicura e sottolinea che l'uso di tali prodotti è consentito solo ad operatori qualificati. Inoltre accenna a controlli determinati a garantire che le quantità usate siano esattamente quelle prescritte. Brevemente si sofferma sul problema che si pone quando a dover rispondere ai protocolli sono aziende bio, esponendo che ad oggi non esistono prodotti registrati da poter usare sugli olivi. Poi, soffermandosi sulle risultanze dei dati dal dipartimento raccolti, spiega che il ceppo tutto salentino di xylella gradisce in modo particolare l'olivo. Nardone illustra ampiamente il piano a sostegno delle aziende colpite, e anche se non lo dice ma si deduce, niente andrà ai piccoli proprietari che han visto i loro alberi colpiti da xylella e nonostante che essi detengano di fatto la gran maggioranza della foresta di olivi. Sostegno pieno verso quelle imprese in difficoltà con i mutui contratti in virtù di investimenti operati al fine di potenziare le stesse, ma vanificati dall'arrivo di xylella. Ritorna spesso sul concetto che verranno reimpiantati tanti alberi quanti né verranno sradicati, di più si di meno no. In riferimento ad eventuali impianti di tipo intensivo tiene a esporre la condizionalità che gli stessi attestino un non aumento nell'uso dell' acqua, fonte di vitale importanza per la vita, bene da salvaguardare con particolare attenzione attestata la poco salutare condizione della falda salentina  che sempre più va incontro al processo di salinizzazione. Naturalmente si parla di reimpianto delle cultivar dette resistenti. Velocemente, su invito di Di Gioia, prende la parola il Prefetto che si sente di garantire la piena collaborazione del territorio.

È la volta del Presidente Emiliano che seppur assicura che nessuno andrà a speculare sulla tragedia xylella, torna a ribadire sulla necessità di leggi speciali al fine di snellire le procedure di abbattimento riallacciandosi così  con le parole di Ragno e della Percoco secondo i quali i vincoli e i ricorsi sono stati causa del progredire della batteriosi. Continua, poi, e sottolinea la necessità che le acque si vadano a calmierare auspicando la collaborazione di tutte le parti. Dà anche spiegazione delle sue posizioni e dice che l'ascolto di tutti è implicito nel diritto che tutti debbano essere ascoltati, anche gli scemi. Da qui un passaggio che ha suscitato brevi proteste dal pubblico e l'esposizione di un cartello con su scritto "STOP FRODE XYLELLA". Sostanzialmente lui narra dei due fronti contrapposti e si dice disposto a mezzo di prove scientifiche che attestino una efficace cura contro il batterio, cura che deve comportare l'eradicazione dello stesso, ecco, si dice pronto a mettersi in auto e raggiungere gli organi europei preposti e chiedere che le leggi vengano cambiate. Sino ad allora non potrà che applicare la legge.

Nel pomeriggio la continuazione dei lavori. Il convegno doveva servire per riavviare una visione globale da punto di vista della ricerca scientifica per il contrasto del CoDiRO. E così è stato. Tutti sullo stesso piano, non scienziati di serie A e scienziati di serie B. Poi il convegno ha parlato anche della difficoltà di gestire, nel rispetto del diritto e della costituzione, la questione degli espianti, che al momento -secondo Emiliano- si devono fare, perché lo impone la legge. Insomma "dura lex, sed lex", non per convinzione circa l’efficacia degli espianti, posto che ancora tutti stanno aspettando studi scientifici che ne dimostrino l’utilità. Ecco le novità scientifiche più importanti presentate: vanno tutte nella direzione della convivenza con il batterio (Zinco-rame-acido citrico, compost, conduzione sostenibile). In deciso calo l’appeal dei reimpianti di Leccino ed FS17: secondo Boscia  non ci sono sicurezze sulla riuscita dei reimpianti e sulla sostenibilità. Forte polemica finale, sui pesticidi e sulla gestione del contrasto del CoDiRO, da parte del senatore 5 stelle De Bonis che ha detto che è arrivato il tempo di istituire una commissione d’inchiesta parlamentare sulla gestione Xylella, e inoltre occorre cercare di capire che cosa c’è dietro questo abuso di pesticidi del Decreto Martina, posto che lo stesso Porcelli ha detto che è impossibile controllare chimicamente milioni, anzi miliardi di sputacchine ex post: insomma, ribadiamo, la strada non è la lotta alla sputacchina ma quella della “convivenza”, appunto. Prima o poi si convincerà anche lo stesso Michele Emiliano, se possibile evitando di abbattere inutilmente milioni di Ulivi; e si convincerà anche, speriamo presto, che le uniche indicazioni per il futuro possono venire nella linea della task force (in 8 mesi ha dato il via a 27 ricerche sperimentali serissime, quelle presentate all'Università di Lecce) e non certo da rumorosi e ormai solo coloriti esponenti di cordate di imprenditoriali! (Michela Puglisi)



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