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Strasburgo approva i must della crescita sostenibile:vitale alleggerire pressione su risorse del pianeta

Data: 03/05/2018
Categoria: Altre News

L’Ue da il via libera alle direttive sull’economia circolare. Nel 2035 il riciclo fissato dal 45% al 65%

L’europarlamento approva le 4 direttive sull’Economia circolare vergate Simona Bonafè, così la politica segna un punto sull’economia dura e pura invertendo il paradigma della crescita. Sale la quota dei rifiuti urbani (domestici e commerciali) da riciclare: passerà dall’attuale 45% al 55% nel 2025. L’obiettivo salirà al 60% nel 2030 e al 65% nel 2035. L’innalzamento dei target di riciclaggio dei rifiuti urbani e da imballaggio, l’inserimento di un limite di conferimento massimo in discarica pari al 10%, l’estensione degli obblighi di raccolta separata ai rifiuti organici, tessili e domestici pericolosi sono le principali novità di questo pacchetto che sancisce un cambio di passo e di visione che avrà ricadute concrete. Sempre più di ferequente di fronte alla crisi si rispolverano le vecchie teorie alla Darwin in cui il benessere dell’uomo dipende dai beni e dai servizi ricavati dall’interazione con l’ecosistema. Il must implicito nell’operazione europea passa dai rifiuti, che da problema diventano risorsa.Gli assiomi dell’economia classica: espansione del sistema capitalistico uguale crescita sine die dei consumi, attraverso l’infinita proliferazione dei bisogni, porta al collasso le risorse del pianeta. Jeremy Rifkin, nel suo ultimo libro, La società a costo marginale zero, (citato in un bell’articolo di R. De Rin - Sole 24 Ore) rileva come, accanto alle alternative biologiche alle plastiche, dovremmo orientarci verso una nuova economia circolare, dove si riusano e si riciclano gli oggetti non biodegradabili. Con l’impegno e la consapevolezza che i nostri scarti di plastica non inquinino né il territorio né le acque.
La relatrice delle 4 direttive europee, Bonafè, dichiara «L’Economia circolare non è solo una politica di gestione dei rifiuti ma è un modo per recuperare materie prime e non premere sulle risorse già scarse del nostro pianeta». Già tre anni fa i 2,5 miliardi di tonnellate di rifiuti prodotti dalla Ue sono finiti nel mirino della Commissione: il progetto è di avviare una strategia offensiva che prolunghi il ciclo di vita dei prodotti, riducendo così al minimo i rifiuti. «A partire – spiega Bonafè – dai 600 miliardi di risparmi annui per le aziende, ai 140mila posti di lavoro in più, ai 617 milioni di tonnellate di Co2 in meno entro il 2035, a bollette sui rifiuti più leggere. Questo significa passare da un modello economico lineare a un modello in cui la crescita diventa sostenibile». 
Ora c’ è da chiedersi quante imprese siano pronte alla nuova vision e in quanto tempo. Alcune, le più grosse, si e probabilmente faranno da sheeptrainer alla costellazione di quelle minori. Tuttavia ogni cambio culturale richiede tempi lunghi , ma su questo campeggia la certezza che è sempre più alto il numero di economisti e di semplici cittadini che dubitano del concetto tradizionale di crescita, nato con la Rivoluzione industriale. (MMB )

Fonte: Sole 24Ore



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