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Ludopatia: vittoria di Comuni ed Enti Locali sulla lobby dell’azzardo

Data: 26/04/2018
Categoria: Altre News

In tutta Italia i tribunali convalidano i limiti alle slot

Numeri da capogiro quelli del gioco d’azzardo: 100 i miliardi di euro rastrellati dalle macchinette diaboliche, 407 mila le slot spalmate su tutto il tacco in 100.000 punti offerta, più inquietante  ancora l’esercito degli afflitti dalla febbre da cavallo che rovina intere famiglie.  Ma i Comuni sono sul piede di guerra  e i tribunali convalidano i limiti alle slot. Tra quattro giorni si comincerà a spegnere un terzo delle slot italiane. Lo prevedeva la Manovrina 2017 che fissava al 30 aprile 2018 il taglio delle I gestori avranno sei mesi di tempo per distruggere o vendere, anche all’estero, le slot, come prevede un decreto dell’Agenzia dei monopoli dello scorso 30 marzo. Resta, invece, inapplicata la riduzione del 50% degli esercizi con slot prevista, insieme ad altri importanti interventi, dall’intesa Stato-Regioni firmata il 7 settembre 2017. Doveva essere recepita in un decreto attuativo entro il 31ottobre, ma il provvedimento, sia per la crisi che per le pressioni delle lobby, non mai uscito dal ministero dell’Economia. Ma Regioni e Comuni vanno avanti, con leggi, regolamenti e ordinanze ancor più restrittive dell’intesa, rafforzate dalla circolare del ministro dell’Interno, Marco Minniti che chiede ai questori di tenere in conto, in sede di rilascio delle licenze per le nuove sale gioco, delle normative regionali e comunali. E questo mentre Tar e Consiglio di Stato bocciano sempre più i ricorsi dei gestori con motivazioni tipo : ”La Tutela della salute prevale su interesse imprenditoriali» e ancora «lotta alle ludopatie prevale su iniziativa economica» e ancora «interesse pubblico preminente». Fioccano multe e sequestri. Nel frattempo i Comuni non stanno con le mani in mano e applicano rigorosamente ordinanze e regolamenti. Così gestori che violano orari e distanze dai luoghi sensibili vengono sanzionati pesantemente. Al punto che alcune sale decidono di chiudere. Esemplare, in questo senso, è il Comune di Bitonto dove in un anno sono state chiuse ben sette sale gioco su 15,proprio in conseguenza dell’ordinanza sugli orari del sindaco Michele Abbaticchio, vicepresidente di Avviso Pubblico. Restando in Puglia, dove c’è una legge regionale molto severa definita legittima dal Tar,i carabinieri della Compagnia di Lecce, all’inizio di aprile hanno segnalato ben 46locali, sia nel capoluogo che in provincia, per mancato rispetto della distanza di 500metri dai luoghi sensibili. MMB

(fonte: Avvenire)



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