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Si scrive acqua e si legge democrazia

Data: 07/06/2017
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Di acqua pubblica e di molto altro ancora si è parlato ad Alezio in un recente convegno organizzato dalla locale sezione della Rete dei Comitati per i Beni Comuni.

Finché l’acqua c’è, ed è potabile, il problema non esiste. E noi ancora abbiamo la fortuna di averne di acqua pubblica buona, pulita. Se invece l’acqua comincia a scarseggiare per la salinizzazione della falda, o peggio per l’inquinamento da idrocarburi come nel Pertusillo, o per effetto di percolati e veleni vari che inquinano, allora diventano guai. L’acqua da risorse si trasforma in veleno. Ma come mai può accadere questa trasformazione dell’acqua, da tesoro a veleno? In mezzo c’è sempre una strategia economica. Pozzi per emungimento senza controllo. Pozzi petroliferi che inquinano. Rifiuti tossici in discariche non a tenuta. Abuso di chimica in agricoltura. Business legato agli acquedotti. Privatizzazioni. Tutte queste cose insieme, e altre ancora, che possiamo definire “economia che uccide” stanno rendendo drammatica la situazione. E allora occorre reagire. Innanzitutto dichiarando l’acqua bene comune indifferibile; in secondo luogo mettendo in atto tutte quelle operazioni, anche economiche, che impediscono di fare business su questo bene comune. Di questo e molto altro ancora si è parlato ad Alezio in un recente convegno organizzato dalla locale sezione della Rete dei Comitati per i Beni Comuni.

“Il valore dell’acqua è incommensurabile, vitale, fondamentale, universale, Bene comune, ha detto Marta Innocente aprendo i lavori. A noi cittadini spetta il compito di vigilare, salvaguardare, difendere l’acqua continuamente, perché diventi e resti pubblica, in  una società in cui tutto si vuole privatizzare, dove tutto viene mercificato”. Numerosi e competenti gli interventi dei numerosi relatori, moderati dall’ottimo Prisco Piscitelli.  Anna Maria Raho della ASL di lecce ha presentato i dati circa la situazione acqua, suolo, sottosuolo, come emerge dai loro studi pubblicati lo scorso febbraio; inutile dire che la situazione non è idilliaca, da tutti i punti di vista; e purtroppo ormai si è consolidata (salinizzazione, chimica nel suolo, metalli pesanti). Nel dettaglio ci è entrato Giovanni De Filippis, direttore del dipartimento prevenzione della stessa ASL che ha indicato almeno quattro grandi carenze: scarsi sono i monitoraggi dei pozzi; non si fa il monitoraggio del glifosate; non ci sono studi di dettaglio sulle discariche, tanto meno strategie di bonifica; si continua a dare autorizzazioni incontrollate di nuovi pozzi. Federico Cuscito del Comitato Acqua Bene comune di Bari ha poi parlato della grande questione AQP: da una parte la cattiva gestione finanziaria (si ricordino i debiti per i fondi della Merril Lynch); dall’altra il rischio di una sua definitiva privatizzazione, nonostante l’esito del referendum del 2011 (“si scrive acqua e si legge democrazia”); e ancora la situazione drammatica dei depuratori (40 non sono in regola). Federico Santarcangelo dei Comitati della Basilicata ha parlato della drammatica situazione dei bacini idrici della sua regione, del mancato controllo di questi anni, della effettiva e grave situazione di inquinamento provocato dagli idrocarburi e del fatto che i governi continuano a dare autorizzazioni. Hanno concluso la serata Luigi Russo del Forum Terzo Settore di Lecce e il consigliere regionali Cristian Casili: entrambi hanno confermato la necessità di una mobilitazione permanente sul tema dell’acqua pubblica, che si incrocia maledettamente con il problema della salute dei cittadini; quindi, occorre superare l’inerzia delle autorità politiche su questi temi, l’eccessiva cautela delle autorità di controllo; quel maledetto stile della minimizzazione dei problemi frutto non solo di ignoranza, ma anche di cattiva coscienza. Un ruolo cruciale lo deve svolgere la società civile. 

 

QUI IL VIDEO DI RESOCONTO DEL CONVEGNO: https://www.facebook.com/3webtv/videos/289846221425805/



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