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Lotto Marzo

Data: 07/03/2017
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Sono più di 48 i paesi nel mondo che aderiscono allo sciopero globale a sostegno delle donne violate, prive di sostegni e diritti. A Lecce una giornata di eventi  e manifestazioni. L’8 marzo ovviamente

Sono più di 48 le nazioni che fino ad ora hanno aderito allo sciopero globale indetto l’otto marzo dal movimento “Non una di meno”  in occasione della festa della donna.  Moltissime le iniziative e manifestazioni che  si realizzeranno in tutta Italia sotto lo slogan “Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo”.  In provincia di Lecce diversi Comuni hanno aderito alla giornata. Lecce in prima fila si unisce alle altre città e invita tutti a porre attenzione sulle condizioni di molte,troppe donne senza diritti, sfruttate, violate. La città è pronta ad accogliere i numerosi eventi a cui aderiscono: Casa delle Donne, Link Lecce, Centri Antiviolenza Sanfra, Centro Antiviolenza Renata Fonte, Arci Lecce, Lila, Agedo Lecce, Associazione di donne IDEA, Gus Puglia, Lea – Liberamente e Apertamente, Meticcia, Kore Salento, Ammirato Culture House, Terra Rossa, Comune di Melpignano, Comune di Martano, Anpi Martano, Ufficio Servizi alla Persona del Comune di Presicce, Spazio Donna Presicce, Comune di Trepuzzi, Studenti Indipendenti, Associazione Una buona storia per Lecce, Uds, Cir, Cgil, Flc, Fuori Programma – Generazione in Movimento, Accademia delle Belle Arti di Lecce, Antigone.

Il programma della giornata di sciopero prende il via alle 10,30 al Convitto Palmieri con l’iniziativa “L’otto marzo partecipa: voci racconti, storie, installazioni”. Interverranno: Daniela Scarlatti e Daniela Del Bene, Donatella Tanzariello, Rosannna Carrieri, Moria Fusco, Ines Rielli, Valentina Fragrassi, Elsa Valeria Mignone.  A chiusura una performance di danza degli studenti e delle studentesse.

Alle ore 18 da Porta Napoli partirà il corteo cittadino che arriverà a piazza S. Oronzo. A chiusura del corteo, brevi interventi e performance delle studentesse e studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce. La manifestazione si vestirà dei colori nero e fucsia, pertanto si invitano le partecipanti e i partecipanti ad indossarli.

La giornata dell’otto marzo è il culmine di una serie di eventi , assemblee, riflessioni  organizzate in tutta Italia, che hanno dato vita agli otto punti per l’otto marzo, ossia ai motivi dello sciopero.

Scioperiamo perché

La risposta alla violenza è l’autonomia delle donne

Scioperiamo contro la trasformazione dei centri antiviolenza in servizi assistenziali. I centri sono e devono rimanere spazi laici ed autonomi di donne, luoghi femministi che attivano processi di trasformazione culturale per modificare le dinamiche strutturali da cui nascono la violenza maschile sulle donne e la violenza di genere. Rifiutiamo il cosiddetto Codice Rosa nella sua applicazione istituzionale e ogni intervento di tipo repressivo ed emergenziale. Pretendiamo che nell’elaborazione di ogni iniziativa di contrasto alla violenza vengano coinvolti attivamente i centri antiviolenza.

Senza effettività dei diritti non c’è giustizia né libertà per le donne

Scioperiamo perché vogliamo la piena applicazione della Convenzione di Istanbul contro ogni forma di violenza maschile contro le donne, da quella psicologica a quella perpetrata sul web e sui social media fino alle molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Pretendiamo che le donne abbiano rapidamente accesso alla giustizia, con misure di protezione immediata per tutte, con e senza figli, cittadine o straniere presenti in Italia. Vogliamo l’affidamento esclusivo alla madre quando il padre usa violenza. Vogliamo operatori ed operatrici del diritto formati perché le donne non siano rivittimizzate. 

Sui nostri corpi, sulla nostra salute e sul nostro piacere decidiamo noi

Scioperiamo perché vogliamo l’aborto libero, sicuro e gratuito e l’abolizione dell’obiezione di coscienza. Scioperiamo contro la violenza ostetrica, per il pieno accesso alla Ru486, con ricorso a 63 giorni e in day hospital. Scioperiamo contro lo stigma dell’aborto e rifiutiamo le sanzioni per le donne che abortiscono fuori dalle procedure previste per legge a causa dell’alto tasso di obiezione: perché ognun* possa esercitare la sua capacità di autodeterminarsi. Vogliamo superare il binarismo di genere, più autoformazione su contraccezione e malattie sessualmente trasmissibili, consultori aperti a esigenze e desideri di donne e soggettività LGBTQI, indipendentemente da condizioni materiali-fisiche, età e passaporto.

Se le nostre vite non valgono, scioperiamo!

Scioperiamo per rivendicare un reddito di autodeterminazione, per uscire da relazioni violente, per resistere al ricatto della precarietà, perché non accettiamo che ogni momento della nostra vita sia messo al lavoro; un salario minimo europeo, perché non siamo più disposte ad accettare salari da fame, né che un’altra donna, spesso migrante, sia messa al lavoro nelle case e nella cura in cambio di sotto-salari e assenza di tutele; un welfare per tutte e tutti organizzato a partire dai bisogni delle donne, che ci liberi dall’obbligo di lavorare sempre di più e più intensamente per riprodurre le nostre vite.

Vogliamo essere libere di muoverci e di restare. Contro ogni frontiera: permesso, asilo, diritti, cittadinanza e ius soli

Scioperiamo contro la violenza delle frontiere, dei Centri di detenzione, delle deportazioni che ostacolano la libertà delle migranti, contro il razzismo istituzionale che sostiene la divisione sessuale del lavoro. Sosteniamo le lotte delle migranti e di tutte le soggettività lgbtqi contro la gestione e il sistema securitario dell’accoglienza! Vogliamo un permesso di soggiorno incondizionato, svincolato da lavoro, studio e famiglia, l’asilo per tutte le migranti che hanno subito violenza, la cittadinanza per chiunque nasce o cresce in questo paese e per tutte le migranti e i migranti che ci vivono e lavorano da anni.

Vogliamo distruggere la cultura della violenza attraverso la formazione

Scioperiamo affinché l’educazione alle differenze sia praticata dall’asilo nido all’università, per rendere la scuola pubblica un nodo cruciale per prevenire e contrastare la violenza maschile contro le donne e tutte le forme di violenza di genere. Non ci interessa una generica promozione delle pari opportunità, ma coltivare un sapere critico verso le relazioni di potere fra i generi e verso i modelli stereotipati di femminilità e maschilità. Scioperiamo contro il sistema educativo della “Buona Scuola” (legge 107) che distrugge la possibilità che la scuola sia un laboratorio di cittadinanza capace di educare persone libere, felici e autodeterminate.

Vogliamo fare spazio ai femminismi

Scioperiamo perché la violenza ed il sessismo sono elementi strutturali della società che non risparmiano neanche i nostri spazi e collettività. Scioperiamo per costruire spazi politici e fisici transfemministi e antisessisti nei territori, in cui praticare resistenza e autogestione, spazi liberi dalle gerarchie di potere, dalla divisione sessuata del lavoro, dalle molestie. Costruiamo una cultura del consenso, in cui la gestione degli episodi di sessismo non sia responsabilità solo di alcune ma di tutt*, sperimentiamo modalità transfemministe di socialità, cura e relazione. Scioperiamo perché il femminismo non sia più un tema specifico, ma diventi una lettura complessiva dell’esistente.

Rifiutiamo i linguaggi sessisti e misogini

Scioperiamo contro l’immaginario mediatico misogino, sessista, razzista, che discrimina lesbiche, gay e trans. Rovesciamo la rappresentazione delle donne che subiscono violenza come vittime compiacenti e passive e la rappresentazione dei nostri corpi come oggetti. Agiamo con ogni media e in ogni media per comunicare le nostre parole, i nostri volti, i nostri corpi ribelli, non stereotip



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