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"Il Decreto sia in linea con la Riforma del Terzo Settore!"

Data: 09/02/2017
Categoria: Altre News

Il monito viene dai due parlamentari Capone e Mariano che sostengono il documento "La parola ai volontari" sottoscritto da migliaia di associazioni, tra cui molte salentine

«La partecipazione che ha sostenuto e seguito la Riforma del Terzo Settore e l’approvazione della Norma deve adesso caratterizzare anche la scrittura dei Decreti legislativi». Ad affermarlo sono i parlamentari Salvatore Capone ed Elisa Mariano, membri della Commissione affari sociali della camera, che nei giorni scorsi hanno incontrato i responsabili di Csv Salento di Lecce e Poiesis di Brindisi, Luigi Russo ed Isabella Lettori, raccogliendo il punto di vista del “Comitato promotore per un percorso partecipato della Riforma del Terzo Settore” sullo Schema di decreto legislativo su cui sta lavorando lo staff del sottosegretario Luigi Bobba, e soprattutto il timore delle associazioni di volontariato presenti nel Comitato, tra cui moltissime reti salentine e pugliesi, che nel Decreto possano ingenerarsi discrepanze con quanto affermato e ribadito nella Legge Delega e una sostanziale penalizzazione della sussidiarietà e della territorialità.

«Le osservazioni presentate nel documento “La parola ai volontari” non possono essere ignorate – dicono i due parlamentari che nei prossimi giorni incontreranno il sottosegretario Bobba – e riteniamo che il Documento costituisca una utilissima base di confronto e discussione perché i Decreti siano a tutto tondo nello spirito della norma e in coerenza con l’esperienza concreta dei territori»«La Riforma - si legge ancora nella nota stampa - rappresenta un vero e proprio punto di svolta, un giro di boa eccezionale ed è evidente l’attenzione di tutto il terzo settore verso la fase di scrittura dei Decreti attuativi che dovranno assolutamente, questo è il punto di vista che porteremo anche in Commissione Affari sociali e in Aula, riflettere lo spirito della Norma ed essere leva per un radicamento ancora più forte ed inclusivo dei soggetti che a vario titolo vi si riconoscono. Condividiamo, d’altra parte, il timore di un ruolo preponderante delle Fondazioni bancarie con il rischio di una decimazione dei Centri servizio e di un conseguente impoverimento della ricchezza territoriale finora espressa e garantita. Naturalmente, parliamo di uno Schema di decreto ancora in fase di studio e non ancora approvato dal Consiglio dei Ministri. Proprio per questo, e ancor prima del confronto in Commissione e in Aula, è utile e necessario che il punto di vista delle realtà del terzo settore sia tenuto in debito conto nella fase preparatoria dell’articolato».

Ecco il Commento di Luigi Russo, presidente del CSV Salento: «Siamo soddisfatti del fatto che numerosi parlamentari, di tutti gli schieramenti politici, ci stanno contattando in questi giorni per capire che cosa sta accadendo, e per chiederci come mai c'è questa palpabile preoccupazione tra le associazioni dei territori del loro bacino elettorale. Fino ad ora, in verità, solo in pochi hanno partecipato alla definizione di questa Bozza di decreto, e non sono stati ascoltati i territori, le Regioni, i Comuni, le reti nazionali riconosciute, gli esperti che da decenni seguono il Terzo Settore e che hanno fatto studi sociologici ed economici sul volontariato in Italia (molti di questi ultimi hanno aderito all'appello 'La parola ai volontari'). Nella bozza di Decreto in circolazione ci sono certamente alcune importanti novità come la volontà di stabilizzazione del sistema dei CSV e il credito d'imposta concesso dal Governo alla Fondazioni Bancarie; ce ne sono altre molto preoccupanti, come la creazione di organismo verticistico nazionale di "controllo" e "indirizzo" per i CSV, i criteri molto discutibili di definizione del loro numero con evidenti discriminazioni territoriali e geografiche (oltre il 60% dei 72 Csv rischiano chiusura o accorpamenti 'eterodiretti', una ventina di essi invece "godono" di inspiegabili vantaggi) e diverse contraddittorietà rispetto alla Legge delega. Speriamo che il Governo non voglia accelerare e approvare un Decreto così 'perfettibile', e faremo di tutto per migliorarlo con i mezzi della democrazia e della partecipazione responsabile, per evitare di fare danni allo straordinario sistema dei CSV, che ha impresso negli ultimi anni una svolta alla qualità del volontariato italiano, specialmente con il contributo delle realtà più piccole, cresciute per effetto della presenza dei CSV e dei servizi che essi erogano. Penso che la rete dei CSV italiani dovrebbe "gridare" al paese quanto emerge dai report annuali, che dimostrano la mole di lavoro efficace che i Centri e i dipendenti-collaboratori fanno per il volontariato italiano, con le risorse previste dalla Legge 266/1991 (seppure dimezzate dalla circolare Visco), legge frutto di una felice intuizione della politica italiana che ora richia di essere mutilata, nonostante le belle parole e le pacche sulle spalle che si danno ai volontari italiani».



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