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Assemblea CSVnet, un primo resoconto

Data: 27/11/2016
Categoria: News dal Csvnet

Una assemblea che si è divisa rispetto a due questioni: salvare e potenziare l'attuale patrimonio dei Csv? oppure ridefinire il sistema in base a nuove geometrie dei poteri? Una riflessione di Guido Memo

Il 26 novembre si è svolta un’importante assemblea nazionale di Csvnet con vari punti all’Odg, tra i quali la ripartizione dei fondi 2017, sostanzialmente identica al 2016 compresi i 900 mila € per la “progettualità nazionale di Csvnet”, ma soprattutto l’Assemblea è stata dedicata ai prossimi decreti legislativi (dlgs, da qui in avanti) sul sistema dei Csv e all’intesa Acri/Csvnet/Consulta CoGe/Forum del TS sui fondi 2017 (ma anche 2018/2019) per i Csv.

Praticamente tutti gli intervenuti, pur confermando la necessità di mandare avanti l’accordo, visto che da quello dipendono i finanziamenti 2017, hanno però rilevato i molti limiti di applicabilità dello stesso per quanto riguarda le Proposte di dlgs, anche di carattere normativo, visto che nell’accordo si chiedono cose che contrastano con i limiti che la Costituzione pone alle leggi delega.

La discussione sull’argomento è iniziata alle 12 ed è proseguita nel pomeriggio sino alla conclusione dell’Assemblea. Sono stati letti due documenti: uno approvato dal Coordinamento dei Csv pugliesi, letto da Francesco Riondino del CSV di Taranto; un’altro (una Raccomandazione agli organi sociali di Csvnet) letto da Luigi Conte.

Tutto è proceduto pacatamente per quanto riguarda gli interventi sulla materia dell'accordo ACRI/Volontariato e prima dell’intervento del Presidente di Csvnet che, anziché interloquire con le istanze presentate e condivise da molti degli intervenuti (almeno 20) ha deciso di reagire “molto vivacemente” contro la Raccomandazione, sostenendo che era contraria all’Intesa, e che avanzava solo critiche e non proposte.

Confesso che, essendo intervenuto nel dibattito ed avendo Tabò fatto riferimento al mio intervento, che sostanzialmente anticipava i contenuti della stessa Raccomandazione, mi è parso che il Presidente di Csvnet vi facesse sì riferimento, ma fraintendendo in parte ciò che avevo detto e gli stessi contenuti della Raccomandazione. Quest’ultima sottolinea, sia che l’accordo è positivo e sia che non va messo in discussione, ma rileva che non si può non notare che ha contenuti problematici, in contrasto con quanto stabilisce la Costituzione per l’azione legislativa delegata dal Parlamento al Governo.

Era indubbio che la Raccomandazione faceva e fa rilevare problemi fastidiosi per gli estensori dell’Intesa, ma a mio modesto avviso si tratta di rilievi puntuali, in particolare in punto di diritto, ma non solo; il problema non sta nel far rilevare le problematicità, ma nelle problematicità stesse, che non se le inventa chi le fa rilevare. Casomai si sarebbe dovuto dimostrare che si trattava di rilievi errati, ma nel merito sia il Presidente di Csvnet, come altri interventi dalla sala, non sono entrati.

Quanto al documento del Coordinamento pugliese, Tabò ha espresso parere sostanzialmente positivo, eppure quel documento lungo e articolato conteneva esattamente quanto contenuto nel mio documento “Quale futuro per i Centri di servizio al volontariato?”, pubblicato dal Csv di Ravenna (http://www.perglialtri.it/public/upl_images/epweb3/Osservazioni%205%20doc%20Acri-Csvnet-Forum_P_20161123_2.pdf).

Forse il problema era che il mio intervento e la Raccomandazione non erano sufficientemente propositive? Ma in 5 minuti e una pagina molto non si può dire.

Forse il problema era che il documento della Puglia era solo letto, mentre la Raccomandazione si è chiesto di metterla in votazione? C'erano però molte ragioni per farlo, perché non si trattava di questioni che riguardano il solito accordo ACRI/Volontariato per un’annualità (solitamente relativo ai fondi per l’anno successivo ed approvato solitamente dal Consiglio direttivo), ma, come ha sottolineato il delegato di Parma Fabbro si trattava del futuro dei Csv nei prossimi anni, quindi l’Assemblea doveva potersi esprimere. Io penso che il non esprimersi con un voto, non solo è poco democratico, ma avrebbe solo apparentemente sollevato meno problemi, la partecipazione ha un valore in sé (in questo caso i giuristi la chiamano “democrazia deliberativa”), per far funzionare la nostra società e le nostre Istituzioni, tanto più quando, come in questo caso è in gioco non il destino di un solo Csv, questione già sufficiente per motivare il voto, ma dell’insieme del sistema dei Csv. E tanto più quando si tratta di questioni che riguardano il mondo della cittadinanza attiva a cui apparteniamo, credendoci penso.

In conclusione io credo che occorra calma e lucidità nell’affrontare il problema della riforma dei Csv. Vedere i problemi attuativi dei dlgs non è boicottare, ma vedere problemi che in itinere possono emergere e sollevarli e affrontarli per tempo (“pessimismo della ragione e ottimismo della volontà” diceva un’adagio di inizio secolo scorso ripreso da autorevoli autori).

Del resto anche l’intervista di Luigi Russo all’On. Donata Lenzi (https://youtu.be/fjZqsdapvNA), relatrice alla Camera sulla legge 106/16, ci pare sollevi simili problemi.

Comunque la votazione sulla Raccomandazione (http://www.csvsalento.it/upload/doc/notizie/raccomandazione.pdf)  si è conclusa con 42 a favore, 48 contro, 11 astenuti. Quindi l’Intesa e la Proposta di dlgs, come era nelle intenzioni dei presentatori della Raccomandazione, non hanno nulla da temere, casomai occorre ricordare che alcune questioni non si possono risolvere a colpi di maggioranza (oltretutto un po’ problematica), ma è bene che siano comunque attentamente considerate.

 

Guido Memo

Roma 27/11/2016

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