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I CSV della Puglia: la riforma deve promuovere i CSV non smembrarli

Data: 27/11/2016
Categoria: Altre News

I CSV della Puglia il 16 novembre, in previsione dell'Assemblea nazionale del 26 novembre, hanno deliberato alcuni appunti rispetto alla proposta di riforma avanzata dal CSVnet, insieme ad ACRI e Forum Terzo Settore

I CSV della Puglia nella riunione del coordinamento regionale del 16 novembre, in previsione dell'Assemblea nazionale del 26 novembre, hanno deliberato alcuni appunti rispetto alla proposta di riforma avanzata dal CSVnet, insieme ad ACRI e Forum Terzo Settore. Si apprezza in quel documento di proposta la volontà di darsi una strategia coordinata tra enti che hanno a che fare con il volontariato, seppure non tutto il volontariato, e di dare una certa stabilità finanziaria almeno triennnale. Si apprezza il richiamo al principio della sussidiarietà. Ma si espongono severe riserve rispetto al rischio di "ribanditura" degli attuali centri per portarli a misure intorno al milione di abitanti per ogni centro (questo significherebbe la chiusura di almeno 30 centri in Italia), ma anche la proposta di creare un Organismo nazionale di controllo (ONC) con poteri assoluti, peraltro organismo con soggetti privati (ACRI, Forum, CSVnet) e la esclusione delle Istituzione che pure, con il credito d'imposta, ci stanno mettendo alemno 10 milioni di euro all'anno. Insomma una delibera tutta da leggere, che sta già suscitando grande dibattito in tutta Italia, con la speranza che i soggetti firmatari dell'Accordo ne tengano conto, per il bene del volontariato - tutto il volontariato - italiano.

Ecco una dichiarazione del Consigliere nazionale Luigi Russo al consiglio direttivo del 12 novembre: "Non ci può essere riforma del sistema dei CSV, se non si parte dal grande valore dell'esistente, dalla storia e dalle persone coinvolte soprattutto, dalle attuali basi associative. Poi si può parlare di razionalizzazione, di efficienza. Fondamentale anche conservare e non modificare a scapito del volontariato gli equilibri di potere negli organismi di gestione tra fondazioni, istituzioni politiche, rete dei CSV e rappresentanti delle grandi associazioni nazionali (Forum terzo settore). La battaglia è aperta, non è semplice, è anche insidiosa, sarà lunga. Dopo le proposte di Acri, Forum, CSV net, i cui massimi vertici sembrano viaggiare oggi in accordo, la parola fine della riforma comunque la dirà il Governo, che dovrà dire se e quanto si dovrà puntare sui territori e sul protagonismo soprattutto delle piccole associazioni locali, se e quanto sarà importante il ruolo delle Istituzioni (nazionali e regionali) negli organismi di Controllo, se e quanto il finanziamento ai CSV si deve stabilizzare per permettere servizi a tutto il volontariato. Insomma, non è tempo di operazioni di ingegneria gestionale e di riassetto dei poteri, più o meno forti. Il volontariato italiano sta andando avanti, occorre capirlo, interpretarlo, e renderlo sempre più capace di svolgere la sua funzione pubblica a favore della sussidiarietà e della solidarietà e della democrazia. I Csv fino ad oggi hanno favorito la crescita del volontariato italiano, e questo è accaduto perché hanno avuto autonomia sui territori e capacità di leggere i bisogni. Ogni riforma deve essere valutata in base alla sua capacità di fare crescere e di includere". 



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