Lavorare per la libertà
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I risultati del lavoro degli ultimi 10 mesi degli Stati generali sull'esecuzione penale parlano chiaro e sostengono la necessità di istituire un organo che si occupi del comparto carcere-lavoro e che privilegi l'approccio lavoro in cambio di libertà

Il rapporto conclusivo degli Stati generali sull'esecuzione penale è il risultato di un lavoro lungo 10 mesi, in cui sono state individuate delle gravi insufficienze normative e organizzative e sono state create le basi per ovviarle.
Il Rapporto conta 4 sezioni, che corrispondono ad aree e tematiche differenti, all'interno delle quali vengono proposte modifiche volte a migliorare il sistema carcere-lavoro nel suo complesso. La prima sezione punta alla modifica della normativa che si occupa del lavoro dei detenuti, che, secondo il Tavolo degli Stati generali sull'esecuzione penale, deve essere adeguata agli standard internazionali, riportando alla legalità il sistema delle retribuzioni. Il secondo tema affrontato porta avanti l'idea dell'importanza del lavoro in carcere e della possibilità che esso sia scambiato con la libertà anziché con una retribuzione. Lo sconto di pena, secondo gli esperti, rientra nei principi costituzionali che impongono il diritto del lavoro: secondo alcuni lo sconto di pena può essere assimilato alla retribuzione, anche se il dibattito ha fatto emergere dubbi sulle modalità e sulla scelta dei detenuti. Le perplessità maggiori, di alcuni esperti presenti al Tavolo dei lavori, hanno riguardato soprattutto l'idea che lo sconto di pena ottenuto mediante il lavoro può modificare il valore rieducativo del lavoro in carcere, creando peraltro una disuguaglianza fra i detenuti che possono lavorare e chi, di contro, non può.
Le ragioni del mancato sviluppo del lavoro carcerario sono state approfondite nella terza parte del rapporto, all'interno della quale si è individuato come causa prima, l'assenza di un organismo specifico che si occupi della formazione, della ricerca, dell'organizzazione e dell'assistenza del lavoro carcerario. La quarta sezione, indica gli interventi necessari a promuovere la formazione negli istituti penitenziari, per garantire anche ai detenuti la possibilità di specializzarsi e utilizzare le nuove competenze nel mondo del lavoro fuori dalle mura carcerarie.
Un lavoro, quello che si svolge all'interno delle mura carcerarie, al quale si vuole finalmente garantire una regolamentazione organica, assicurando ai detenuti equità di trattamento retributivo e maggiori diritti: si aspetta ora la pianificazione definitiva.
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