Giornata mondiale contro le mutilazioni genitali femminili
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Ricorre il 6 febbraio voluta dall'Onu. Unicef in un rapporto denuncia che sono almeno 200 milioni le donne e le bambine che hanno subito la terribile pratica

Il 6 febbraio è la Giornata voluta dall'Onu della Tolleranza zero verso le mutilazioni genitali femminili (Fgm). L’Unicef, tra le organizzazioni che a livello mondiale da anni si batte per eliminare questa violentissima pratica, rivela che sono almeno 200 milioni le donne e le bambine, in 30 Paesi del mondo, che hanno subito la terribile pratica. La metà delle mutilazioni avviene in tre Paesi principalmente: Egitto, Etiopia e Indonesia. In Italia, si stima che nel 2009 erano 35mila le donne vittime di mutilazioni genitali. Stando a questi dati, anch’essi inattendibili considerata la clandestinità con cui viene eseguita questa pratica, il nostro paese è al quarto posto in Europa. L’Italia però sta già da tempo facendo battaglia contro questo fenomeno. Si è iniziato con la campagna di Emma Bonino negli Anni 90, intitolata «Non c’è pace senza giustizia», e poi si è arrivati con l’approvazione di una legge che prevede da 3 a 16 anni per chi pratica la circoncisione femminile.
Il rapporto Female Genital Mutilation/Cutting: A Global Concern evidenzia come siano 44 milioni le bambine e adolescenti fino a 14 anni che subiscono il taglio del clitoride o peggio l’infibulazione. In molti paesi, la maggior parte delle donne hanno subito mutilazioni genitali prima di aver compiuto 5 anni. Nel mondo rispetto al 2014, circa 70 milioni di donne di bambine sono state mutilate. Nel 2016, sono 30 i paesi che hanno a disposizione dati rappresentativi a livello nazionale. E questo nonostante siano molte le Ong come l’Unicef, Amref o Plan International che si adoperano contro la pratica. Nel rapporto Unicef sono contenuti studi e racconti che provano come le mutilazioni genitali femminili rappresentino un problema globale dei diritti umani che colpisce donne e bambine in ogni regione del mondo. Le Fgm si riferiscono al numero di mutilazioni/escissioni effettuate, e indipendentemente dalla forma praticata rappresentano una violazione dei diritti dei bambini. La spinta contro le mutilazioni genitali femminili sta crescendo. I tassi di prevalenza tra le ragazze tra i 15 e i 19 anni sono diminuiti. I dati indicano anche una diffusa disapprovazione vero le Fgm, e la maggioranza delle persone nei paesi dove esistono dati pensa che dovrebbero finire. In questa ricerca sono compresi circa due terzi dei ragazzi e degli uomini. Ma il tasso di progresso generale non è abbastanza alto per tenere il passo con la crescita della popolazione. Se l’attuale trend continuerà, nei prossimi 15 anni il numero di bambine e donne soggette alle Fgm crescerà.
L’Unicef insieme all’Unfpa, coordina il programma mondiale più ampio per l’eliminazione delle Fgm. Con l’inclusione dell’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile entro il 2030, l’impegno della comunità internazionale sarà più forte che mai.
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