B-Corporation. Massimizzare l'impatto sociale e ambientale
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L'ultima indagine di Nielsen che ha avuto come protagonista la responsabilità sociale ha rilevato come il 67% degli intervistati vorrebbe lavorare in un'impresa socialmente responsabile. E negli Usa crescono le B-corporation

56 paesi e decine di migliaia di persone sono stati oggetto di studio da parte di Nielsen nel 2014, il quale ha mostrato un quadro che evidenzia come il 67% degli intervistati vorrebbe lavorare in imprese socialmente responsabili. Alla richiesta degli impiegati di un maggior impegno sociale dell'azienda in cui lavorano rispondono gli imprenditori, che mostrano un sempre maggior coinvolgimento nelle azioni di filantropia, valutando le loro attività non più e non solo in termini di profitto ma anche di impatto sociale e ambientale.
L'esempio più significativo della portata della portata del cambiamento viene proprio dagli Usa, patria del capitalismo: è qui infatti, che si stanno moltiplicando le Benefit Corporations, o B-corporations, ovvero società che subordinano il profitto alla massimizzazione dell'impatto sociale ed ambientale, spostando l'attenzione dal profit all'impact, e trovando nell'impatto positivo delle loro attività la loro massima soddisfazione.
Fra gli esempi più noti vi è la fondazione che Bill Gates ha costruito con la moglie o il cambio di rotta del fondatore di E-bay. A differenza di questi grandi magnati che prima hanno costruito le loro ricchezze secondo la logica del profitto e solo dopo le hanno redistribuite, le B-Corporations partono da subito come creatrici di valore di senso economico, sociale e ambientale sostenibile. Sebbene esempi di forme imprenditoriali non sono sconosciute all'Italia, è interessante notare come il progresso, negli ultimi anni, stia diventando più sostenibile e partecipato, in un'azione sinergica che collega imprenditori filantropi a istituzioni impegnate a cittadini attivi e consapevoli.
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