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Ius soli sportivo. Nessun ostacolo al tesseramento degli stranieri

Data: 15/01/2016
Categoria: Altre News

Approvato ii 14 gennaio 2016 in Senato il ddl 1817 che abolisce gli ostacoli per il tesseramento a società sportive dei minori stranieri. Tutti lo chiamano ius soli sportivo, un piccolo passo verso la riforma sulla cittadinanza

215 sì, 6 no e 2 astenuti: questi sono i numeri del ddl 1817 passato sotto il nome di ius soli sportivo che apre all'integrazione sociale (e sportiva) dei minori stranieri residenti in Italia.

Il decreto legge contiene, infatti, "Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva" attraverso le quale si è inteso abolire le procedure che bloccavano il tesseramento di minori stranieri presso società sportive che fanno parte di federazioni nazionali. Il tesseramento, infatti, si rende necessario al momento di passaggio da un'attività sportiva di base a quella di tipo agonistico.

L'introduzione di questo testo, che conta solo due articoli, non fa altro che cancellare le disparità fissate per le procedure di tesseramento dei minori stranieri, che impedivano a coloro che non erano in possesso della cittadinanza italiana di potersi tesserare presso un società sportiva della federazione: tutti coloro che hanno meno di 18 anni d'età e non posseggono la cittadinanza italiana ma risultano residenti in Italia da quando hanno compiuto 10 anni possono da oggi tesserarsi in una società sportiva, con un trattamento che li equipara ad ogni cittadino italiano.

Commentando l'approvazione del ddl 1817, la sua relatrice nonché senatrice del partito democratico, Josefa Indem, ha spiegato che il decreto ha avuto un'ottima accoglienza in Senato come alla Camera, dove era già stato approvato il 14 aprile 2015 con 422 voti favorevoli, 12 contrari e sei astenuti. Per la senatrice Idem, il testo approvato «costituisce un importante passo in avanti per garantire maggiori livelli di inserimento sociale dei ragazzi stranieri. La funzione sociale della legge ha un valore altissimo, perché permetterà ai ragazzi stranieri che hanno meno di 18 anni e che sono residenti in Italia almeno dal compimento del decimo anno d’età di poter essere tesserati con le stesse procedure previste per il tesseramento dei ragazzi italiani. Se ora solo alcune federazioni hanno adottato disposizioni per equiparare tali procedure ora si interviene per adeguare le regole a principi democratici e inclusivi». 

Per Vincenzo Manco, presidente nazionale dell'Unione Italiana Sport Per Tutti, questo è un provvedimento di civiltà: «I bambini sono tutti uguali: viene equiparata la condizione dei minori italiani a quella degli stranieri. È un passaggio che sancisce il fattore educativo e inclusivo della proposta sportiva, permettendo l’accesso all’attività agonistica a tutti i minori, cosa che finora non era possibile».

La legge va ben oltre la maggior età sottolineando che il tesseramento resta valido anche "dopo il compimento del diciottesimo anno di età, fino al completamento delle procedure per l'acquisizione della cittadinanza italiana da parte dei soggetti che, ricorrendo i presupposti di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, hanno presentato tale richiesta".



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