700 angeli in fondo al mare
Categoria: Altre News
I dati pubblicati da Migrantes, sui bimbi morti nel 2015 durante uno dei viaggi della speranza parlano di grandi numeri, numeri che si sommano a quelli di tutti gli angeli invisibili scomparsi in silenzio in ogni parte del mondo

700 nomi, 700 sorrisi, 700 occhi che non diventeranno mai grandi, 700 piccoli corpi che il mare ha riportato a riva, ormai privi di vita. Uno scenario orribile, eppur tragicamente vero, è quello che Migrantes denuncia per il 2015: quest'anno hanno perso la vita 700 bambini.
Quelli che partono dall’Africa o dal Medio Oriente sono barconi ricolmi di gente mossa dalla speranza di una vita migliore in cui non mancano mai i bambini, perché a loro è affidato il futuro: viaggi della speranza li chiamano, anche se spesso, si tramutano in viaggi della morte. Il 2015 è segnato dalla foto di Aylan, dal suo corpicino riverso sulla sabbia, dalla sua maglietta rossa, e dal volontario che lo accoglie fra le braccia: una foto che ha sconvolto il mondo, riportando ogni abitante della terra a confrontarsi con la realtà, quella che svuotata dal materialismo e dalla superficialità, riesce a mostrarsi per quello che è, in tutta la sua crudezza.
Ma Aylan, così come ciascuno dei 700 innocenti la cui vita è stata spezzata in fondo al mare, non è solo nel 2015, purtroppo. Assieme a lui, nell'invisibilità totale, hanno perso la vita tanti altri piccoli cittadini del mondo, per le ragioni più disparate, dalla violenza alla guerra, alla malattia.
Erano innocenti anche i 500 bambini che hanno trovato la morte durante i combattimenti per le strade nello Yemen, ai quali se ne aggiungono, sempre nello stesso scenario di guerra civile, altri 700, rimasti feriti; erano innocenti anche gli 84 alunni di una scuola di Peshawar in Pakistan, rimasti uccisi a causa dell'esplosione prodotta da un kamikaze. Incolpevoli anche i 145 mila bimbi la cui vita è stata stroncata nel 2013 dal morbillo, come ricorda l'OMS.
Innocenti tutti ma spesso troppo invisibili, troppo anonimi. Ognuno di loro aveva probabilmente, come Aylan una famiglia, dei fratelli, una vita. Aveva delle foto da mostrare che lo ritraevano sorridente, mentre giocava o durante il giorno del suo compleanno. Ciascuno di loro merita una riflessione, una presa di coscienza di ciò che è giusto fare affinché questo non accada più, perché ogni sorriso ed ogni sguardo di bambino non può rischiare più di morire nella speranza di vivere.
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