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Terzo settore, “concentrare il dibattito sulle questioni reali”

Data: 10/11/2015
Categoria: News dal Csvnet

Si è conclusa l'8 dicembre a Napoli la Conferenza annuale organizzata dal CSVnet. Significative le dichiarazioni del presidente Luigi Russo che spinge sulle questioni reali

Nata dalla collaborazione fra i CSV di Campania, la Conferenza annuale di CSVnet, il Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato, quest’anno intitolata Porte Aperte, si è conclusa domenica 8 novembre a Napoli.

Partecipazione e confronto, come indica lo stesso slogan Porte Aperte, sono stati gli elementi chiave della conferenza che ha raccolto oltre 270 partecipanti parte di 60 CSV dei 69 attivi in Italia. Ad essi si sono uniti interlocutori di spicco dell’intero sistema dei Centri di Servizio, coinvolti nel dibattito, fra cui Anfass, Anpas, Anteas, CDO Opere Sociali, Centro Sportivo Italiano, Lega Ambiente, Libera, Mo.Vi, Touring Club ed ovviamente ConVol. Ha partecipato anche il Centro Servizi Volontariato Salento, con il presidente, Luigi Russo, il tesoriere Luigi Conte e il direttore Antonio Quarta. Significative le presenze dell’on Donata Lenzi e del sen. Lepri, in riferimento alla Riforma del Terzo Settore.

Fra gli otto gruppi di lavoro tematici uno ha ospitato i rappresentanti delle reti nazionali, disponibili a riflettere sulle modalità di promozione del volontariato: obiettivo è stato appunto quello di stabilire come coinvolgere una fascia sempre più ampia di popolazione, e soprattutto di giovani, all’interno di quella che è l’esperienza di solidarietà. Ma molto attivo è stato anche il gruppo di lavoro sulla Governance, nel quale si è discusso su quale modello organizzativo si vuole dare al sistema dei CSV italiani, dopo un anno nel quale le polemiche a questo proposito non sono state poche.

«Il problema – commenta Luigi Russo - è che c’è ancora qualcuno che ha in mente modelli organizzativi verticistici, che sono al di fuori della storia della straordinaria presenza dei ‘singoli’ CSV in Italia, sistema unico in Europa. Se i CSV hanno avuto successo, dal 1991 ad oggi, registrabile nell’incremento della qualità e della quantità del volontariato in Italia, allora vuol dire che la ‘territorialità’ e l’ ‘autonomia’ sono stati, e devono rimanere, valori imprescindibili, e che sarebbe pericolosissimo e perfino dirompente cambiare le geometria dei poteri, erodendo quote di sovranità locale a favore di un centralismo nazionale non necessario. CSV Net, ad esempio, deve rimanere un organismo che favorisce innanzitutto una crescita culturale e qualitativa del ‘sistema”, senza coercizioni; che migliora le relazioni con gli interlocutori istituzionali nazionali e lo scambio tra i territori; che regola gli equilibri con le altre reti del Terzo Settore nazionali e le grtandi associazioni, e con le Fondazioni; che aiuti i territori, e soprattutto le realtà locali, a sperimentare soprattutto nelle direzioni in cui sembra orientarsi il volontariato. Ogni approccio oltre questo sarebbe ‘invasivo’ e sarebbe certamente  respinto dai CSV più attenti. Sarebbe meglio affrontare nei prossimi mesi argomenti come la stabilizzazione delle risorse, la giusta perequazione delle risorse tra i territori (non devono esistere CSV di serie A e CSV di serie B), la risoluzione della questione della rappresentanza».

Nel comunicato stampa diffuso da CSV Net si evince la priorità che la Presidenza del coordinamento nazionale vuole dare nel dibattito dei prossimi mesi, definito dal presidente nazionale con il termine “principio della porta aperta”, nel senso che i CSV a livello locale dovranno avere una sempre crescente trasparenza, una sempre crescente – dove non c’è - condivisione della vita e del governo con le associazioni locali, soprattutto quelle meno forti e meno in vista. “Questo principio – dichiara Stefano Tabò - è già contenuto nelle nostre linee guida elaborate nel 2011. In base a tale impostazione, si tratta di assicurare regole e strumenti per consentire alle organizzazioni di volontariato presenti in un dato territorio di concorrere alle scelte strategiche del proprio CSV, ivi compresa l’elezione dei suoi organi sociali. È il momento di convenire sul fatto che questa sia condizione necessaria alla gestione di tutti i CSV”. 



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