La vergogna di essere umani
Categoria: Altre News
A Parabita la violenza dell'uomo si scaglia contro una creatura indifesa. Un meticcio di media taglia lo scorso fine settimana è stato colpito sul capo da colpi di un'arma contundente. È vivo ma i suoi occhi chiedono perché

Un'arma contundente e un cane meticcio. Due elementi che sembrano non avere nulla in comune eppure a Parabita questi due elementi sono divenuti protagonisti di una vicenda che assomiglia più ad un incubo che alla vita vera, il quale ha avuto luogo durante il pomeriggio di venerdì 23 ottobre. Il cane, di proprietà di un uomo del posto, era già stato segnalato dall'associazione Spes per le condizioni di incuria in cui era tenuto.
È vivo grazie alla prontezza di un passante, che vedendolo sporgersi da un muretto ha allertato i volontari dell'associazione Spes e i carabinieri. Subito condotto dal veterinario Salvatore D'Ospina il cane è stato curato e suturato: è salvo ma con ogni probabilità perderà l'occhio sinistro. I colpi ricevuti sul cranio hanno fatto sì che piccoli frammenti d'osso si spargessero all'interno, ma il medico è fiducioso sulle sue condizioni: il meticcio abbaia e sebbene ancora sotto choc, vive.
Oggi, 26 ottobre 2015, l'associazione Spes rincuora il CSV Salento sostenendo che il cucciolo «sta reagendo, loro stessi, assieme al dottor Salvatore D'Ospina si stanno occupando delle sue cure». Il meticcio non era sconosciuto all'associazione, più volte erano state segnalate le «pessime condizioni in cui viveva: un recinto largo 80 cm e lungo qualche metro in cui il cane poteva andare solo avanti ed indietro. Era talmente maleodorante quando lo abbiamo recuperato che abbiamo avuto addosso per un giorno interno quel cattivo odore».
La presidente Marilena Nicoletti dell'associazione Spes aggiunge «O il colpevole ha una mente malata, non lucida, o è un individuo vinto dalla cattiveria e dalla malvagità, che disprezza completamente la vita. Ad ogni modo dovrà pagare per quello che ha fatto».
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