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Unioni civili, non chiamatele matrimonio

Data: 20/10/2015
Categoria: Altre News

Il Ddl Cirinnà bis all'articolo 1 prevede l'istituzione delle unioni civili fra le coppie omosessuali. Un istituto nuovo che lega due persone formalmente. Ma sarà matrimonio? Il CSV Salento ne parla con Gianfranca Saracino di Agedo Lecce 

Giunto in Senato il 14 ottobre 2015, il Ddl Cirinnà bis, tornerà a metà novembre in Parlamento dove si dovranno decidere i tempi ed i modi per la sua approvazione, ormai per molti ritenuta necessaria. La più importante novità introdotta dal Ddl è contenuta nell'artico 1 all'interno del quale si istituisce l'unione civile fra le coppie omosessuali. A differenza di quanto si pensi, il legislatore è stato molto attento nel sottolineare come questo istituto non possa essere assimilato al matrimonio, essendo un istituto completamente nuovo ed esclusivamente dedicato alle coppie omosessuali.

È la nascita delle unioni civili come istituto nuovo ad essere discriminante. Gianfranca Saracino, presidente di Agedo Lecce, sostiene come all'interno della norma, oltre a rendere palese la differenza sostanziale fra l'unione civile ed il matrimonio, si evidenzia «l'esclusione di alcune parole, prima fra tutte la parola famiglia, che quando si parla di unioni civili viene abilmente sostituita da termini come formazione, generando di fatto coppie che godranno di trattamenti di serie A ed altri di serie B».

È per questa ragione che Gianfranca Saracino si dice «molto amareggiata, perché nonostante alcuni pensano che una legge così imperfetta possa mettere a tacere tutte le montature create ad arte contro associazioni come Agedo, evidenzia anche una netta disparità fra le coppie eterosessuali e quelle omosessuali».

Altro nodo centrale della Cirinnà bis è indubbiamente la cosiddetta Stepchild Adoption, ovvero l'adozione del figliastro. Questo è il punto focale attorno al quale ruotano le attenzioni di tutte le forze politiche e non solo. Secondo la Cirinnà bis le coppie omosessuali possono utilizzare la Stepchild Adoption per adottare il figlio biologico del proprio partner. Se queste coppie sono ritenute idonee a crescere, educare ed amare il figlio di uno dei due partner, non possono adottare i figli di terzi.

Alcuni hanno pensato anche ad un affido rafforzato, ovvero una forma speciale d'affido che prevede la presa in carico del bimbo sino alla maggiore età. Il limite dell'adozione della Stepchild è che il bambino adottato non entra nella linea parentale del genitore adottivo: in questo modo non potrà vedersi riconosciuti nonni, zii o cugini che vengono dal parente sociale acquisito.

Tutto ciò non ha niente a che vedere con il matrimonio egualitario cui aspira Agedo Lecce, ovvero un matrimonio in tutto e per tutto identico a quello previsto per le coppie eterosessuali. «Agedo prende atto che qualcosa è stato fatto, ma ancora non basta. Nonostante all'interno dell'associazione vi siano pareri differenti, tutti sono concordi che l'obiettivo da raggiungere è comune, e la legge che si intende firmare è solo un piccolo passo verso il crollo di quel velo di ipocrisia che tuttora copre le istituzioni e la società.»

La situazione non cambierà probabilmente sino a quando si continuerà ad intendere la famiglia come una struttura standard e fissa, e non invece come un nucleo di persone che si fonda sull’amore e su legami talmente forti che possono essere tradotti con un'unica parola: famiglia.



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