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Scalzi con gli scalzi: in marcia verso la libertà

Data: 12/09/2015
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Oggi, 11 settembre 2015, siamo a Lecce alla Marcia delle Donne e degli Uomini scalzi. Un corteo di cittadini attivi, associazioni e rappresentanti dei comuni mossi dall'idea che Nessun Uomo è Illegale

Ore 18:00 Porta Napoli, Lecce. La piazzetta antistante la porta comincia ad affollarsi di uomini e donne di ogni nazionalità, associazioni che srotolano i propri striscioni, boyscout e bambini divertiti, giovani ed anziani che intendono dimostrare la loro solidarietà alle donne e agli uomini fuggiti dalla loro terra, e al loro viaggio verso la libertà. Non mancano i rappresentanti comunali che hanno deciso di sposare la causa della Marcia delle Donne e degli Uomini Scalzi, in particolare il vicesindaco di Calimera, Antonio Montinaro, l'assessore al Welfare, Pari Opportunità e Inclusione, sempre del comune di Calimera, Serenella Pascali, e il vicesindaco di Vernole, Barbara Longo. A spiegare come ha origine l'idea della manifestazione, Anna Caputo, Presidente di ArciLecce: <<La manifestazione nasce dal tentativo di creare un momento di grande sensibilizzazione da parte di alcuni intellettuali ed alcuni artisti, che hanno voluto portare la manifestazione a Venezia. Dopodiché, una serie di associazioni, Arci fra queste, ha deciso di replicare e portare la manifestazione in tutta Italia>>; e continua sottolineando come la manifestazione ha lo scopo di:<<dimostrare all'Italia, quella che crede ancora in determinati valori, che si può pensare all'accoglienza delle persone in maniera differente di come si è pensato fino ad adesso>>.

Alle 18:30 gli uomini e le donne riuniti a Porta Napoli hanno dismesso le scarpe, e si sono avviati in un corteo che si è fermato dapprima in piazza Sant'Oronzo, coinvolgendo in un girotondo solidale anche i passanti, e successivamente in piazzetta Castromediano, dove a parlare non ci sono stati grandi oratori, bensì quelle donne e quegli uomini emigrati dai loro paesi, che hanno condiviso con gli astanti le loro esperienze di vita e di viaggio.

Da Amid, dell'Afghanistan, in Italia da un anno, che ricorda come gli immigrati non arrivano in Italia “per divertirsi, o semplicemente per il gusto di cambiare paese”, ad una mamma siriana, Razan, con in braccio il suo piccolo, scappata dalla guerra, e venuta in Italia a cercare un futuro migliore. Nelle parole di Razan è probabilmente racchiusa l’essenza della manifestazione: <<voglio chiedere al governo di aprire il confine solo per loro, e di cercare (un) altro modo per viaggiare più sicuro>>, e continua <<se non possiamo fermare la guerra possiamo almeno aiutare quelle famiglie, quei bimbi, tutti quei ragazzi che scappano..>>.

Creare un corridoio umanitario e delle politiche d’accoglienza più degne e rispettose, così come varare delle politiche d’asilo europee comuni: sono queste le richieste avanzate dalle donne e dagli uomini scalzi, che sostengono come sia inaccettabile che chi scappa dalla propria terra continui a rischiare la vita nella speranza di sopravvivere, ed avere un futuro migliore.

Gli uomini e le donne in corteo, ieri a Lecce, hanno fatto a piedi nudi solo poche centinaia di passi, ma ogni passo sull'asfalto ricordava le migliaia di passi che sono costretti a fare gli uomini e le donne in fuga verso una speranza di vita: passi senza né cibo né acqua, passi frettolosi e spaventati, passi verso uno stato straniero. Queste donne e questi uomini non smettono di sperare di incontrare una mano amica, nel tragitto che li conduce lontano da casa, sognano un'accoglienza degna di un essere umano, ed un viaggio che non sia segnato dal timore di sopravvivere, ma dalla certezza di avere un futuro



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