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Terra Ingiusta

Data: 06/07/2015
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

E' ingiusta la terra che offre cibo al prezzo dello sfruttamento di vite umane. La denuncia dell'associazione Diritti al Sud sulle condizioni di vita dei migranti impiegati nelle campagne del neretino

E' ingiusta la terra che offre cibo al prezzo dello sfruttamento di vite umane. Arriva anche quest'anno la denuncia dell'associazione Diritti al Sud che monitora le condizioni di vita dei braccianti agricoli stranieri impiegati nelle campagne del neretino. Un quadro a dir poco raccapricciante in una delle perle turistiche del Salento. Ma basta spostarsi un poco dal mare, dalle sue acque cristalline per accorgersi di una realtà sconvolgente. Persone che vivono in situazione di totale abbandono, in luoghi di fortuna, senza servizi sanitari, senza acqua, dove il silenzio dell'amministrazione ha il rumore del tuono, un silenzio rotto solo da un incontro previsto per il giorno 8 luglio a stagione lavorativa abbondantemente iniziata, che ha più il sapore di una tutela dell'apparenza di fronte ai turisti che di una vera e propria presa in carico di persone che lavorano ore interminabili sotto il sole a garanzie zero. Quest'anno si registrano 250 presenze, l'associazione, raccontano i volontari, fa quello che può offre servizi legali, sanitari, supporto umano. Ma purtroppo tutto questo non basta, non vi è una reale presa in carica, non vi è un disegno politico chiaro, non vi è la volontà di superare il problema del caporalato. A conferma di quanto troppo non si fa vi è Terra Ingiusta , il rapporto sulle condizioni di vita e di lavoro dei braccianti stranieri in agricoltura, curato da Medu - Medici per i diritti umani -. "Per undici mesi - si legge nel rapporto - da febbraio a dicembre 2014 le unità mobili di Medici per i diritti umani hanno prestato prima assistenza medica e orientamento sociosanitario in differenti territorio dell'Italia meridionale e centrale", dalla Calabria, alla Basilicata, al Lazio ed anche in Puglia dove il loro intervento si è concentrato nella Capitanata. Qui sono circa 20mila i lavoratori stranieri impiegati nel settore agricolo, reclutati attraverso la figura del caporale. Tutto ciò nonostante il piano della Regione Puglia a sostegno delle imprese etiche "Capo free ghetto of", si legge nel rapporto "rimasto in gran parte un libro dei desideri anche a causa di gravi carenze sia negli aspetti della pianificazione sia in quelli più propriamente operativi". I medici di Medu hanno fatto sosta nei giorni scori a Nardò, a sottolineare come anche questo lembo di terra sia Terra Ingiusta.



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