Ecomafia 2015. Alla Puglia un triste primato
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Il secondo rapporto di Legambiente sugli ecoreati sigla la Puglia come regione dei record per i reati ambientali commessi nel 2014

Si potrebbe dire un primo posto meritato, non fosse altro che questo primo posto per la nostra regione riguarda le azioni criminali nei confronti dell'ambiente. E' così che la Puglia - regione dei record secondo il Rapporo Ecomafie 2015 che mette in fila i dati riguardandi i reati ambientali del 2014 - sale al primo posto con 4.449 reati accertati, 4159 denunce e 5 arresti. Numeri che, a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, sono dovuti come spiega Legambiente "al capillare lavoro di monitoraggio e controllo svolto in tutta la regione dalle forze dell'ordine, coordinate da diversi anni grazie a un accordo quadro promosso e finanziato dalla Regione Puglia". Non si consola il resto d'Italia comunque, che ha visto chiudere il 2014 con l'ennesimo triste bilancio di reati commessi e accertati in campo ambientale, ben 29.293, circa 80 al giorno si legge nel rapporto, poco meno di 4 ogni ora. Un trend purtroppo in crescita - lo scorso anno i reati sono stati 29.274 - per un fatturato criminale che è cresciuto di 7 miliardi rispetto all'anno precedente raggiungendo la cifra di 22 miliardi, cui ha contribuito il settore dell'agroalimentare che se ha visto un calo in senso assoluto del numero dei reati, ha registrato d'altra parte un aumento vertiginoso del volume d'affari illegali, con un fatturato ch ha superato il 4,3 miliardi di euro. L'incidenza criminale continua a crescere oltre in Puglia anche in Sicilia, Campania e Calabria, regioni tutte a tradizionale presenza mafiosa. Nelle quattro regioni si sono registrati più della metà del numero complessivo di infrazioni, 14.736. Il ciclo dei rifiuti ha registrato la maggiore crescita dei reati con una percentuale del +26%. La Puglia sale al primo posto nella classifica del ciclo illegale dei rifiuti con 2.081 infrazioni - di cui 1.641 a Bari e 184 a Foggia- quasi il 29% di quanto registrato nel resto dello Stivale. Il 2014 è stato un anno di importanti inchieste sul traffico organizzato di rifiuti: da quelli provenienti dalla Campania e smaltiti nel foggiano ai tombamenti abusivi del Salento e del tarantino. E a proposito di Salento, qui come nel Gargano continua a crescere l'illegalità legata al cemento che devasta zone fra le più rinomate d'Italia. Illegalita, quella nel ciclo del cemento che vede comunque retrocedere la Puglia al terzo posto con 598 infrazioni accertate (il 10% del totale nazionale), 699 persone denunciate e 238 sequestri effettuati. Il cammino pare davvero in salita, hanno visto bene le tante organizzazioni di volontariato che continuano caparbiamente a lottare contro le illegalità a favore del bene comune mettendo in campo azioni virtuose di cittadinanza attiva, come il corso di formazione "Osservatore Civico Europeo" organizzato dal CSV Salento nell'ambito del percorso de I Cantieri per la Sussidiarietà.
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