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Cinque bambini disabili del Saharawi nel Salento

Data: 30/06/2015
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Dal primo luglio al 24 agosto saranno ospiti del progetto di accoglienza dell'associazione Tregiriditè a Capo di Leuca. In campo 30 volontari che organizzeranno attività ricreative, culturali, sportive e artistiche

Mahmoud, Nasra, Addad, Abdallah e Gleila, cinque bambini disabili Saharawi saranno ospiti per due mesi nel villaggio Arcobaleno messo a disposizione dal Comune di Tricase e dalla Asl di Lecce grazie progetto “Piccoli Saharawi tra noi” realizzato dall’associazione di volontariato tregiriditè onlus con il sostegno dell’8permille della Chiesa Valdese. Il programma di accoglienza si svolge nel Salento per il quinto anno consecutivo ed è parte del programma nazionale Bambini Saharawi Ambasciatori di Pace dell’Associazione nazionale di solidarietà con il popolo Saharawi, realizzato grazie al partner Rio De Oro onlus, unica ong italiana che si prende cura anche in loco dei bambini disabili del deserto. L’obiettivo principale è quello di offrire un controllo della salute dei bambini e fornire visite e cure mediche ai piccoli ospiti che normalmente non hanno adeguata assistenza sanitaria, nati e cresciuti in un’area geografica ostile in cui le disabilità sono particolarmente diffuse a causa di scarsa prevenzione e cattive abitudini alimentari. Si tratta di interventi determinanti per una crescita sana e per dare la possibilità ai piccoli abitanti del deserto di una vita indipendente. Grazie all’assistenza sanitaria garantita dalla Regione Puglia, i piccoli ospiti godono del servizio sanitario pubblico. A contribuire al percorso sanitario, i medici e gli operatori dell’Ospedale Cardinale Giovanni Panico di Tricase, da anni partner del progetto.

«La forza del progetto è nella possibilità – spiega Alberto Piccinni, presidente di tregiriditè – di effettuare esperienze dirette di cooperazione dal basso. Chiunque passi un po’ di tempo con i bambini si rende conto che è un processo tangibile di scambio reciproco che permette ai bambini di effettuare interventi chirurgici o terapeutici decisivi per la loro vita e parallelamente permette a noi di conoscere la diversità culturale senza il filtro mistificatore della tv o degli altri media».

L’assistenza sanitaria, infatti, si accompagna a tanta animazione, attività ricreative, culturali, sportive e artistiche tali per consentire ai bambini una crescita autonoma e offrire loro la possibilità di riposo e svago a conclusione dell’anno scolastico e all’inizio del periodo più torrido dal punto di vista meteorologico nei campi profughi.

Il progetto è realizzato grazie all’impegno di trenta volontari e la collaborazione volontaria di una rete di realtà locali che mettono a disposizione risorse umane e materiali, tra cui le cooperative sociali L'Adelfia e Terrarossa, le associazioni Casa delle Agricolture Tullia e Gino, Castro puoi volare, Coppula Tisa, Gariga, Mobbasta, Poiesis, Ramdom, Tricasémia, il Comune di Alessano, il Comitato Notte Verde e la Masseria Nonno Tore.



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