Cerca nel sito:  

TG3 Puglia, "violata" l'etica dell'informazione?

Data: 09/06/2015
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

Etica dell'informazione "violata" nel Tg3 Puglia del 6 giugno, nella intervista all'agronomo Montemurro sulla Xylella? Il Comitato #difendiAMOgliulivi invia una lettera al caporedattore Attilio Romita che risponde immediatamente

Luigi Russo del Comitato #difendiAMOgliulivi scrive al caporedattore di Rai 3 Puglia per segnalare una presumibile violazione dell'etica dell'informazione avvenuta nell'intervista al prof. Montemurro nel Tg del 6 giugno scorso. Il direttore Attilio Romita risponde immediatamente negando questa violazione ma invitando Russo in studio per una replica. "Ben volentieri andrò in RAI nel TG3 delle 14 - risponde Russo - per dare ai telespettatori le corrette informazioni sull'Affaire Xylella che la stampa non sempre dà. Ad esempio: 1) gli scienziati sono necessari e la scienza è fondamentale per la vita e lo sviluppo, ma anche essa è soggetta alle leggi e alle Istituzini, e quindi questo vittimismo contro la giustizia e contro la politica è come minimo scorretto; 2) è falso dire che i pesticidi non fanno male, perché gli scienziati medici invece riconoscono il preciso nesso di casualità tra chimica in agricolutra e aumento delle più gravi patologie dei nostri tempi (tumori, SLA, ecc.); 3) l'azione della cittadinanza attiva non è una cosa che si può ridicolizzare o derubricare, perché è riconosciuta dall'art. 118 della Costituzione, proprio nella logica della difesa e della implementazione dei Beni Comuni; in particolare nel Salento questi cittadini sono riusciti a far partire diverse importanti inchieste della Magistratura, ma anche a bloccare la strage di un milione di alberi di ulivo, come consigliavano gli scienziati che ancora oggi gestiscono tutta la vicenda, e la irrorazione folle con quintali di insetticidi alla caccia della sputacchina".

 

 

Di seguito il testo della lettera inviata al Caporedattore di RAI Puglia Attilio Romita. 

 

Gentilissimo dottore,

le scrivo per segnalarLe la violazione, a nostro parere, dell’etica dell’informazione avvenuta in occasione del TG3 Puglia delle ore 14.00 del 6 giugno 2015, che trattava il tema della Xylella, con il prof. Pasquale Montemurro dell’Università di Bari, intervistato dal conduttore.

Un servizio-intervista che avveniva in seguito all’importante e storica sentenza definitiva del Consiglio di Stato, contro il Governo e contro il Commissario Straordinario, che ha stoppato il Piano Silletti e che meritava invece un approfondimento di tipo giuridico, piuttosto che un approfondimento parziale, anche se da parte di un ordinario dell’università di Bari, che invece è esperto di chimica in agricoltura, non di diritto o di politica, e che quindi altro non ha fatto che deviare l’attenzione su argomenti non pertinenti, e addirittura a esprimere giudizi a dir poco “discutibili” sulla giustizia, la politica, i medici, la stessa cittadinanza attiva, la presunta emergenza della Xylella che sarebbe più corretto chiamare Co.Di.Ro. viste le carenze di evidenze scientifiche.  Più avanti le metto il testo dell’intervista, che noi abbiamo ricavato dal servizio televisivo.

Immagino che a lei interessino di meno le ragioni del merito, che alle decine di migliaia di cittadini militanti del Comitato #difendiAMOgliulivi stanno a cuore. Ma le voglio dire brevemente il perché nel TG3 del 6 giugno si sia andati fuori da una corretta informazione, sfiorando un approccio addirittura anti istituzionale e perfino anti costituzionale, e dicendo delle sonore bugie che non sono state in alcun modo contrastate, impedendo così una valutazione critica da parte dei telespettatori.

1.    Non è un agronomo che può decidere se una azione del TAR o del Consiglio di Stato è opportuna o legittima.

2.    Non è vero che gli scienziati non sono sottoposti al controllo democratico, della legge, delle istituzioni; soprattutto non è vero che non sbaglino...

3.    Non è pensabile e rispettoso della sua carica istituzionale dire che il Presidente della Regione Michele Emiliano, eletto democraticamente, si debba tenere fuori dalla vicenda xylella, e che lo stesso debbano fare i volontari e i medici, per lasciare tutto nelle mani dei tecnici (peraltro le posizioni dei cosiddetti scienziati sono fortemente differenziate al loro interno, basti pensare ad esempio a cosa dicono sulla xylella il prof. Xiloyannis e altri dell’Università della Basilicata sull’ultimo numero della rivista “L’informatore agrario”).

4.    Non è vero che i fitofarmaci non provochino danni, anche se sono stati approvati dai ministeri: ormai è dimostrato da tutti gli studi che questi principi attivi comportano gravi danni alla salute delle persone pugliesi e che si trovano residui chimici in tutti gli alimenti; e invece il parere degli oncologi deve contare. Su queste cose uno scienziato non scherza.

5.    Non è corretto liquidare con la definizione di “motivazioni ideologiche” quelle stanno alla base dei ricorsi presentati al TAR Lazio dalla aziende biologiche, per cui sembrerebbe che i giudici si siano lasciati abbindolare da fantomatici talebani del naturale.

6.    Infine è assolutamente pericoloso e dannoso continuare a parlare semplicisticamente di “strage” (lo fa l’agronomo ma anche il giornalista), o di “peste” e di fretta nell’attuare le misure di irrorazione chimica e di eradicazione, alimentando una cultura dell’emergenza che di fatto sta danneggiando il Salento, le aziende Salentine.

Le chiedo, infine, di mettere in atto alcune azioni compensative che abbiano lo stesso rilievo nel vostro TG3 Puglia che è seguito da tante persone.

 

Dott. Luigi Russo, Comitato #difendiAMOgliulivi

 

IL TESTO DELL'INTERVISTA DI RAI 3 - TG PUGLIA DEL 6 GIUGNO 2015

Giornalista RAI: In attesa delle nuove disposizioni della UE dopo lo stop al piano Silletti da parte del consiglio di Stato vediamo che cosa succede. Ne parliamo in studio con il prof. Pasquale Montemurro, ordinario di agronomia dell’università di Bari. Ben arrivato professore. Che succede allora adesso?

Montemurro: Succede che non bisognava arrivare al TAR, è una cosa assurda esserci arrivati. Questa cosa doveva rimanere retaggio degli scienziati. Gli scienziati andavano ascoltati, senza queste intromissioni di persone che non capiscono, ma che amano l’ulivo leggendario. Questa è una faccenda da scienziati, che dovrebbero cercare una soluzione.

Giornalista RAI: Una faccenda sottostimata, dobbiamo dirlo!

Montemurro: Sottostimata certamente, all’inizio… adesso qui non è tanto facile, col senno di poi si può dire… Ma comunque sottostimata rispetto alla sensibilità, anche degli organi politici, insomma. Bisognava dire: qui devono ragionare e dare una soluzione gli esperti… per cortesia basta gli ambientalisti… Ho sentito che è perfino intervenuto un oncologo… I pesticidi, meglio chiamarli agrofarmaci, sono delle sostanze che prima di essere messe in commercio, subiscono il vaglio di tante istituzioni. Fra l’altro… la salute, l’ambiente, l’agricoltura. Non è che vengono prodotti così… Quindi è un grandissimo errore non averli utilizzati dall’inizio.

Giornalista RAI: Lei ha citato i politici prima. I vivaisti e alcune associazioni hanno fatto un appello al neo governatore Emiliano.

Montemurro. Io consiglierei Emiliano di stare alla larga da questa storia, e di affidarsi agli scienziati, altrimenti si perde di mano una situazione che non può essere vista sotto l’angolazione esclusiva della patologia… Si parla, si è parlato nel piano Silletti di questi interventi agronomici. Ma molto brevemente quest’insetto c’ha un suo predatore, andrebbe ricercato, possibilmente diffuso nell’ambiente, in modo che possa ridurre la popolazione. Perché fare le pratiche agronomiche, anche con i pesticidi, nella coltivazioni è facile, ma nelle aree incolte extraurbane come si fa? Quindi un insetto predatore può aiutare. Poi ci sono altre soluzioni, certo il pubblico non può capire, gli induttori resistenti hanno risolto le batteriosi in altre colture, gli attinidia. Poi ci sono altre soluzioni che vanno ricercate, il rame per esempio è topico, cura le ferite, però potrebbe essere veicolato e entrare nella sistema delle piante. Sto facendo delle proposte…

Giornalista RAI: E questo predatore è un insetto?

Montemurro: Può essere un insetto, ma potrebbe essere anche un fungo, perché una lotta biologica seria si fa con agenti biotici vivi. E’ complessa la cosa. Ci vorrebbe una prima fase comunque con pesticidi, insetticidi, non su tutte le erbe, perché la sputacchina non va su tutte le erbe. Si potrebbe fare un diserbo selettivo: colpire le erbe che sono ospiti, e quelle che invece non sono ospiti lasciarle, insomma. Ripeto.

Giornalista RAI: Alcuni produttori dicono però: i pesticidi fanno male alle nostre coltivazioni bio.

Montemurro: qui c’è tutto un mondo bellissimo che però deve farsi un po’ di mea culpa in certe situazioni. La produzione bio c’ha il rifiuto dei prodotti di sintesi delle chimica, va bene. Però non c’ha sempre le soluzioni per tamponare le avversità delle piante. E si potrebbe anche dire che in questo momento nelle zone bio si potrebbe derogare anche e fare utilizzare anche loro la chimica. Capisco che c’è un fatto di ideologia… Però me la cavo con una frase dell’ambito medico: il medico pietoso fa morire gli ammalati. Sugli alberi che sono infetti, poi i controlli andrebbero fatti per via satellitare, si potrebbero fare coi droni. Cioè sviluppare un complesso – visto che si parla di complesso – un complesso di azioni, che insieme – non uno alla volta – possono portare in futuro a risolvere e ad evitare - non se la prendano gli spettatori – altrimenti una strage.

Giornalista RAI: quindi, per evitare questa strage occorre fare in fretta. Grazie al prof. Montemurro.




Torna all'elenco delle notizie
Sede centrale: Via Gentile, n.1a Lecce Tel.: 0832 392640 Fax: 0832 392640 E-mail:
Copyright © 2013-2015 Csvsalento. Tutti i diritti riservati.