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Volontari a tutela del patrimonio salentino

Data: 25/05/2015
Categoria: News CSV Salento

Il CSV Salento inizia un viaggio alla scoperta del patrimonio ambientale, storico artistico tutelato soprattutto dai volontari

 

Il patrimonio ambientale è sicuramente il punto di forza del Salento, i 200 km di costa hanno fatto la fortuna di questo territorio ma nello stesso tempo hanno fatto gola ad interessi privati, al business più selvaggio, tanto che negli ultimi 30 anni hanno creato sia il fenomeno del turismo di massa sia la più grave minaccia per la sopravvivenza stessa del territorio: l’erosione delle coste. L'urbanizzazione ha fatto da padrona, sempre più terreni agricoli sono stati sottratti per costruire case, ville e residence, lo stesso vale per le coste e per il mare e la fauna acquatica per lasciare il posto a resort e porti turistici. Per fortuna da alcuni anni si è sviluppata una sensibilità, da parte di cittadini che questa terra la amano e non vogliono che lo sfruttamento turistico la distrugga per sempre, che porta in un’altra direzione. Cittadini che si sono organizzati in associazioni, ma anche comitati locali e che si battono ogni giorno contro la speculazione edilizia, per bloccare sul nascere ogni progetto che distrugge il territorio portando ricchezza solo a pochi e lasciando con i quattro spiccioli della stagione estiva povertà e desolazione alla maggioranza della popolazione autoctona. Il CSV Salento ha iniziato un viaggio attraverso questo immenso patrimonio che parte dal mare, attraversa la terra passando dalla nostra ricchissima cultura. Patrimonio tutelato da associazioni senza le quali probabilmente il nostro territorio sarebbe ancor più martoriato. Si pensi a Associazioni come Legambiente di Porto Cesareo, zona densa di appetiti, in quella zona come si sa insistono tanti progetti, molti dei quali bloccati proprio dai cittadini attivi. Chi non ricorda il megaresort da 50 milioni di euro bloccato dalla Guardia di finanza qualche anno fa progettato in area a vincolo, a ridosso del parco naturale protetto di Porto Cesareo e Torre Lapillo? L’inchiesta sta andando avanti, erano 129 gli indagati, tra cui funzionari regionali e amministratori locali. “Il tempo per la tutela del nostro ambiente sembra non bastare mai - sottolinea Luigi Massimliano Acquaro, presidente del circolo Legambiente di Porto Cesareo – ma abbiamo amore per il nostro territorio e riusciamo anche ad avere delle soddisfazioni. Il nostro circolo è stato promotore della legge regionale n. 3 del 2015 sulla tutela degli habitat costieri di interesse comunitari. Abbiamo fatto e facciamo tante battaglie e penso che ce ne saranno ancora, purtroppo”. Ed è sempre grazie alle leggi che si è riuscito a bloccare l'avanzata del cemento in altri territori, come Porto Selvaggio, o Ugento – Torre San Giovanni, o come la fascia costiera che va da Otranto a Santa Maria di Leuca, area protetta dal 2006 ma che ha visto tante ruspe prima di quella data. Una terra, la nostra antichissima, popolata già più di 80.000 anni fa, come dimostrato dalla scoperta di alcune grotte e graffiti del paleolitico. Una di queste grotte, del neolitico, è la Grotta dei Cervi di porto Badisco scoperta da Remo Mazzotta e tutelata e fatta conoscere dal Gruppo speleologico salentino “Ndronico” di Lecce, che alla sua fondazione annoverava proprio lo scopritore della grotta: “Dal 1997 ci adoperiamo per fare conoscere questo tesoro, lavorando molto anche con le scuole, oltre che con la cittadinanza tutta – spiega Gianni Cremonesini presidente onorario dell'associazione – Ci stiamo prodigando perchè si possa realizzare una copia della grotta, così come avviene in altri paesi per es. la Francia, affinchè la si possa visitare, affinchè le persone possano guardare con il loro occhi questo bene così così prezioso”.  Testimonianze della cosiddetta “civiltà della pietra” ci giungono anche da Giuggianello, con i suoi Menhir, i dolmen, megaliti, grotte, trappeti ipogei, capanne a lamia, cripte bizantine, specchie. A Giuggianello da 30 anni è attiva un’associazione, il centro di Centro di Cultura Sociale e di Ricerche Archeologiche Storiche e Ambientali. Il Centro svolge numerose attività, ha recuperato e valorizzato la grotta bizantina di San Giovanni, accompagna in itinerari studiati visitatori incuriositi dalle famose pietre sacre, tra cui spicca la pietra oscillante d’Ercole. Ma fa anche attività di ricerca e documentale. Dalla civiltà della pietra alla civiltà contadina, le cui ricche testimonianze sono sparse nei vari musei salentini, come quello di Tuglie gestito dall'associazione “Gli amici del museo di Tuglie” che lavora  perché la memoria delle dure condizioni di vita di un tempo, ma anche delle intelligenze che hanno creato innumerevoli oggetti di artigianato rimanga viva anche nelle nuove generazioni. “I visitatori del museo rimangono colpiti e si rendono conto, osservando gli oggetti, delle dure condizioni di vita di un tempo -  commenta Corrado Losavio presidente dell'associazione – Lavoriamo molto con le scolaresche perchè è importante che le tradizioni non si perdano. Proprio per questo oltre all'attività del  museo ci adoperiamo per riscoprire altre tradizioni di un tempo come quelle agricole, per esempio coltiviamo la pianta del cotone che regaliamo ai nostri visitatori”. Coste, mare, terra sono patrimonio di tutti, le associazioni ce lo ricordano, e vegliano anche per noi.



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