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Pena di morte: la prima buona notizia del 2008

Data: 03/01/2008
Categoria: Altre News
Il 1° gennaio 2008 l“Uzbekistan ha abolito la pena di morte. E“ la conferma di un cambiamento radicale, verso una giustizia senza morte, all“indomani dell“approvazione da parte delle Nazioni Unite della Risoluzione per una Moratoria Universale.
La decisione prevista dal decreto presidenziale del 1 agosto 2005, che prevedeva la cancellazione della pena capitale nel paese a partire dal primo giorno di quest“anno, è stata confermata dalla Corte Suprema. La Comunità di Sant“Egidio e l“Associazione delle Madri dell“Uzbekistan contro la Pena di Morte hanno lavorato per anni per fermare la pena capitale in tutta l“Asia centrale e in Uzbekistan. Salutano con gioia e apprezzamento un passaggio storico, che segue l“abolizione dello scorso anno da parte del Kyrgystan e che si iscrive nel percorso verso la moratoria e l“abolizione del Kazakhstan, come confermato dal Presidente del Senato del Kazakhstan K.J.Tokayev all“Incontro mondiale interreligioso di Napoli promosso dalla comunità di sant“Egidio e dall“Arcidiocesi di Napoli lo scorso ottobre. L“Uzbekistan diventa così il 134mo paese abolizionista nel mondo e il terzo dell“Asia Centrale ex Sovietica, dopo Turkmenistan e Kyrgyzstan. E“ altamente significativo che l“Uzbekistan sia anche il primo paese ad eliminare la pena di morte dopo l“approvazione della moratoria da parte dell“Assemblea Generale dell“ONU il 18 dicembre scorso. Questo storico evento è stato costruito negli anni e ha visto il Governo dell“Uzbekistan avviare un percorso che ha indicato in due anni, dal 2005 al 2007 la fase di preparazione dell“abolizione completa della pena capitale, percorso che è stato mantenuto in tutti i suoi dettagli e che è stato confermato dalla coraggiosa e storica decisione confermata il 1 gennaio del 2008 dalla corte Suprema. E“ una abolizione che si lega al lavoro straordinario degli abolizionisti uzbeki e in particolare del movimento delle Madri contro la Pena di Morte, fondate da Tamara Chikunova, che con la Comunità di Sant“Egidio hanno lavorato alla sensibilizzazione dell“opinione pubblica nazionale e internazionale, alla difesa dei condannati a morte e della giusta difesa legale in Uzbekistan, fino all“accompagnamento di tutto il processo di sospensione delle esecuzioni, di sostegno alla Risoluzione per una Moratoria Universale approvata dall“Assemblea Generale delle Nazioni unite il 18 dicembre 2007 e all“abolizione di ieri. Dal 2002, Tamara Chikunova e la Comunità di Sant“Egidio lavorano all“abolizione della pena di morte in Uzbekistan e in tutta l“area. Dal 2002, dall“atto della nascita della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte (WCADP) presso la sede romana della Comunità, con la partecipazione dei principali movimenti abolizionisti e per la difesa dei diritti umani del mondo (da Ensemble Contre la Pein de Morte a Penal Reform Internazionale, dalla National Coalition to Abolish the Death Penalty ad Amnesty International, all“ACAT e alla FIDH), la battaglia per l“abolizione della pena di morte in Uzbekistan è entrata tra le priorità dell“agenda della lotta alla pena di morte nel mondo. Tamara Chikunova ha risvegliato la coscienza del mondo con la sua tragica esperienza di madre, che aveva perso l“unico figlio, ingiustamente condannato a morte e ucciso per mano dello stato, nel segreto e senza poterlo vedere. Da allora la Comunità di Sant“Egidio ha sostenuto la nascita e il lavoro dell“Associazione delle Madri contro la Pena di Morte, costituita di parenti delle persone giustiziate. In questi anni 21 condannati a morte sono stati salvati dall“esecuzione fino ad oggi, attraverso la creazione di un pool di sostegno legale qualificato e l“azione di difesa dei diritti umani in loco, nonostante molte difficoltà e rischio personale della vita di Tamara Chikunova, più volte minacciata, mentre a lungo è stato negato il riconoscimento statale all“Associazione da parte dello Stato. L“attenzione internazionale, l“intervento delle rappresentanze italiane ed europee a Tashkent, di concerto con la Comunità di Sant“Egidio, hanno reso possibile il riconoscimento e l“azione dell“Associazione delle Madri contro la Pena di Morte e tutelato, nei limiti del possibile, l“incolumità di Tamara Chikunova. Tamara Chikunova, una donna all'origine dell'abolizione della pena di morte in Uzbekistan Tamara Chikunova vive a Tashkent, capitale dell“Uzbekistan. Suo figlio Dmitrij, condannato a morte nel 1999, venne fucilato il 10 luglio del 2000. Aveva 29 anni. Tamara non fu avvertita dell“esecuzione, dunque non riuscì neppure a salutarlo un“ultima volta. In seguito alla sua tragedia familiare decise di fondare l“associazione pubblica Madri Contro la Pena di Morte e la Tortura assieme ad altre donne che come lei hanno perduto i propri figli con una esecuzione capitale e ad altre persone di diverse professioni e ceti sociali semplicemente contrarie alla pena di morte e determinate con coraggio a condividere con lei la stessa battaglia per la sua abolizione. L“associazione Madri contro la Pena di Morte e la Tortura è sostenuta lavora assieme alla Comunità di Sant“Egidio dalla sua nascita ed è associata alla Comunità di Sant“Egidio, che la rappresenta nel comitato esecutivo della coalizione Mondiale contro la Pena di Morte. Le iniziative locali e internazionali dell“associazione Madri contro la Pena di Morte e la Tortura sono una parte significativa della Campagna Mondiale per una Moratoria Universale e per l“Abolizione della Pena Capitale promosse dalla Comunità di Sant“Egidio. Grazie a questo lavoro, con la creazione di un Soccorso Legale di qualità, Tamara Chikunova e l“Associazione delle Madri hanno contribuito finora a salvare 21 condannati alla pena capitale, e hanno innescato il processo che ha portato all“abolizione della pena di Morte in Uzbekistan. Tutto ciò malgrado la libertà personale e la stessa vita di Tamara Chikunova corrano seri rischi più volte ha ricevuto minacce da agenti di polizia e da ignoti- ed abbia dovuto affrontare enormi sacrifici personali. Nella sua battaglia per l“abolizione della pena di morte in Uzbekistan ha investito tutti i suoi beni, anche finanziari. L“organizzazione da lei fondata, dotata di scarsissimi mezzi, si regge su basi del tutto volontaristiche, coinvolgendo circa una ventina di persone: madri, padri, sorelle e fratelli di condannati a morte, nonchè ragazzi, uomini e donne che sostengono la sua causa per pura solidarietà. Nel settembre 2003, Tamara Chikunova, con la sua organizzazione fatta di donne miti, ma tenaci e determinate, ha inaugurato la campagna per il raggiungimento di una moratoria della pena di morte in Uzbekistan. Gli inizi simboleggiano la fatica di questa campagna: la conferenza stampa inaugurale è stata vietata dalle autorità per la "mancata iscrizione al registro delle associazioni pubbliche" dell“organizzazione. Legalizzazione a lungo negata dalle autorità. Numerose le perquisizioni da parte della polizia, fino all“accusa pretestuosa di "favoreggiamento della prostituzione", rivelatasi, ovviamente, infondata. La Comunità di sant“Egidio ha promosso una campagna di sostegno internazionale e significativi sono stati gli interventi delle diplomazie italiana ed europee a Tashkent, nella creazione di una rete di attenzione internazionale e sostegno locale che si è rivelata decisiva, per la vita di Tamara Chikunova e il lavoro dell“Associazione. Il 1° luglio 2004, Tamara Chikunova, per la sua opera meritoria, è stata insignita a Roma del premio Colomba d“Oro per la Pace , conferitole dall“istituto di studi politici internazionali Archivio Disarmo. Al ritorno, è stata vietata la conferenza stampa che dava l“annuncio della prestigiosa onorificenza internazionale. In Uzbekistan, la pena capitale è rimasta a lungo un segreto di stato: i familiari dei condannati non potevano visitare i condannati, nè erano messi al corrente dell“esecuzione o del luogo della sepoltura. Verosimilmente, anche per nascondere le tracce di eventuali torture praticate. E ciò malgrado l“Uzbekistan abbia recepito nel proprio ordinamento giuridico l“articolo 17.8 del Documento di Copenhagen del 1990, che obbliga gli stati aderenti all“Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) a "rendere pubbliche le informazioni riguardanti l“utilizzo della pena di morte". Tamara Chikunova, assieme a Dilobar Khudajberganova, sorella di un condannato a morte, nell“autunno 2004 (Ottobre-Dicembre) ha intrapreso un lungo tour che ha toccato le maggiori città d“Europa e d“Italia, durante il quale ha potuto far conoscere più apertamente la drammatica realtà della pena di morte nel suo Paese. Al loro ritorno, le pressioni dei servizi segreti e della polizia uzbeki si sono intensificate. Dilobar ha ricevuto esplicite minacce di morte se avesse continuato a "propagandare azioni contro lo stato". In Germania, nel settembre 2005, Tamara Chikunova è stata insignita del Premio Norimberga per la sua strenua battaglia civile. Nel 2006 ha subito un“aggressione, ma l“attentatore è stato arrestato in tempo. Dal 2005 il Governo dell“Uzbekistan ha avviato un processo di abolizione della pena di morte in più tappe, da concludersi entro il 31 dicembre 2007. Il 1 gennaio del 2008 la Corte Suprema ha ratificato l“abolizione definitiva, confermando gli impegni presi. Comunità di Sant'Egidio Piazza di S.Egidio 3,a 00153 Roma Tel +39.06585661 Fax +39.0658566331 www.santegidio.org - Email com@santegidio.org


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