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I migranti muoiono e l'Europa sta a guardare

Data: 20/04/2015
Categoria: News Associazioni Lecce e provincia

E' il coro unanime delle associazioni. Popoli e Culture di Lecce sottolinea il degrado culturale di una parte della politica italiana

"Certamente l'Europa è colpevole nel senso che evidentemente Triton si sta rivelando un fallimento, ma non ci possiamo dimenticare dei commenti di una certa parte della politica nostrana che non mostra un briciolo di umanità". E' il duro commento di Maria Giovanna Mayo presidente dell'associazione Popoli e Culture di Lecce che da anni si batte per la dignità delle persone migranti: "Dove finiscono i nostri principi cristiani - prosegue Maria Giovanna Mayo - che tanto andiamo a sbandierare? Vengono meno inesorabilmente di fronte a queste tragedie puntualmente strumentalizzate. Oltre alla enorme tragedia che purtroppo non si può commentare, c'è la tragedia del degrado culturale di una parte della nostra società e di una parte della politica che sta perdendo totalmente il senso di umanità. Ma chi sono i migranti per questi individui? Non sono forse persone? o qualcuno li considera alla stregua delle mosche?". Durissima e avvilita Maria Giovanna perchè conosce le storie, conosce i volti delle persone che frequentano l'associazione. Conosce le fatiche delle mamme e dei papà che cercano con dignità di costruire un futuro assieme ai loro bambini. E come Popoli e Culture le associazioni italiane, dalla Caritas all'Arci, da Medici Senza Frontiere ad Amref, tutte gridano all'Europa che non c'è più tempo: occorre un intervento immediato, per alcuni una nuova Mare Nostrum. E' così che insiste Arci perchè attraverso Mare Nostrum si sono salvate tantissime vite umane. Secondo Amnesty International la credibilità dell'Europa è in bilico se "l'Unione Europea non attivierà immediatamente un'operazione di ricerca in mare al pari di quella Italiana". L'associazione Libera, in una nota, sottolinea che i morti devono pesare sulla coscienza di tutti e che è tempo di percorrere la strada della giustizia sociale. Secondo Focsiv e Oxfam occorre al più presto aprire dei centri di identificazione e accoglienza per lo smistamento delle domande di asilo nei paesi di transito e limitrofi ai paesi in guerra. Operazione che non può prescindere però dal rispetto dei diritti umani certamente a rischio se questi centri non saranno gestiti dalle Nazioni Unite. La richiesta di asilo pone un altro problema, il regolamento di Dublino III che impone ai richiedenti asilo di fare domanda nel primo paese di approdo, che spesso è l'Italia. Oxfam Italia chiede di superare il regolamento di Dublino visto che in Europa non c'è affatto l'invasione dei migranti.



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