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Volontari italiani: 1 su 3 sceglie l'ambito socio-assistenziale

Data: 13/04/2015
Categoria: Altre News

Esce l'indentikit del volontario e del volontariato italiano, grazie alla ricerca promossa da Convol e coordinata da Ugo Ascoli

Sono istruiti, solidali, partecipi della vita politica e culturale. Il  35 per cento sceglie ambiti assistenziali o socio-sanitari, il 32 per cento educativi, il 10 per cento sportivi, l'8 per cento culturali, il 5 percento ambientali e di protezione civile, il restante 9 per cento esperienze di altra natura. Sono alcuni dei dati della ricerca “Volontari e Volontariato organizzato tra impegno civico e gratuità”, presentata ad Ancona sabato 11 aprile e promossa da Convol - Conferenza Permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di Volontariato -. Per indagare le caratteristiche del volontariato in Italia, è stato sottoposto un questionario a oltre 2100 volontari ed ex volontari distribuiti in tutto il paese e si sono comparate le loro risposte con quelle fornite, attraverso un questionario ITANES, da persone non coinvolte in attività associative. I dati evidenziano che in un contesto di crescente difficoltà del welfare pubblico, il volontariato si delinea come una "infrastruttura sociale" di primaria importanza che coinvolge milioni di cittadini che si impegnano per lungo tempo e con alta intensità. L'abbandono dell'impegno volontario è dovuto principalmente a impegni familiari o lavorativi. Sono quasi 20 le ore mensili che i cittadini dedicano al volontariato, le motivazioni della scelta volontaria sono riferite principalmente al desiderio di esprimere solidarietà (50%), al dovere civico (24%), al desiderio di vivere un'esperienza significativa (23%). Dalla ricerca, coordinata da Ugo Ascoli e Emanuele Pavolini, emergono differenze culturali tra i volontari e chi invece non è coinvolto in attività associative: Il 73% dei volontari partecipa alla vita politica contro il 43,2% di chi non è coinvolto in attivià di volontariato, inoltre i primi hanno nel 25% dei casi una laurea posseduta invece dal 9% dei secondi. Interessante anche l'universo organizzativo delle associazioni curato da Sabina Licursi e Giorgio Marcello dell'Università della Calabria. La maggior parte (43,3%) non supera i 30 volontari, il 22,3% ne conta al massimo dieci, il 13,4% dai 31 ai 50, il 10,3% dai 51 ai 100, e solo il 10,7% supera i 100. Sul totale delle organizzazioni il 59,8% è basata sul volontariato, il 38% presenta forme ibride con dipendenti a pagamento e il 2,2% è rappresentato da imprese sociali. Interessante notare che per il solo il 14,7% degli intervistati, la gratuità della prestazione è l'elemento distintivo del proprio impegno. L’indagine ha il valore aggiunto di essere la prima ad aver preso in considerazione tutto il territorio nazionale, ponendosi come obiettivo strategico la valutazione del rapporto tra identità e servizio nell’attuale sistema di welfare ma anche tra valori e ideali dell’organizzazione e caratteristiche identitarie dei volontari. 



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