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CSV, una riforma "pro" non una riforma "contro"

Data: 28/10/2014
Categoria: Altre News

La Conferenza dei presidenti dei CSV della Puglia adotta una delibera che contribuisce al dibattito attuale sulla riforma del sistema: salvaguardare l'autonomia, il capitale umano, la territorialità. 

Il 15 ottobre 2014 i CSV della Puglia si sono riuniti a Bari per esaminare la vicenda esplosa nelle ultime settimane, riguardo allo sviluppo di alcune teorie di riforma del “sistema dei CSV” che vorrebbero smantellare l’attuale modello organizzativo prevalentemente “provinciale”, e “semplificarlo” nel senso dell’accentramento del potere di controllo e di indirizzo nella mani di una super regia nazionale (al posto degli attuali CoGe, nei quali peraltro c'è una importante rappresentanza delle Regioni e degli enti locali, oltre che del volontariato!!!) e di una trasformazione in senso “regionalistico dei CSV”.

Nei documenti che circolano (ad esempio il documento degli “8 punti”, in verità senza padre né madre dichiarati, che però mai nessuno dei soggetti nazionali implicati ha smentito...) non si spiega se questa rivoluzione comporti anche il licenziamento dei collaboratori dei CSV in eventuale esubero, la trasformazione dei loro contratti di lavoro in senso “precario”, lo scioglimento dei soggetti giuridici degli attuali CSV e la creazione di un super CSV regionale in rapporto con gli organismi centrali, magari con vincoli stringenti, che potrebbe avere anche il potere di commissariare gli organismi locali. Né si spiega se questa volontà di cambiamento venga dal governo, approfittando della riforma del Terzo settore (ma tutti gli esponenti del Parlamento da noi contattati dicono che non esiste assolutamente alcuna volontà di “castigare” i CSV, anche perché il Prlamento sa il valore straordinario di questa infrastrutturazione sociale che sono i CSV nei territori, unica in Europa), oppure da soggetti terzi che fanno solo analisi dei costi – ma solo nelle tasche degli altri - e non dell’efficacia e della qualità dei servizi offerti dai CSV nei loro territori, nel senso dello sviluppo della cultura del dono, della solidarietà, della sussidiarietà, da parte dei 700 dirigenti dei CSV impegnati “volontariamente” fino a decine di ore settimanali, o rispetto a poco più di 500 collaboratori vere e proprie ancore di sostegno e salvezza delle associazioni e dei volontari che combattono ogni giorno contro le burocrazie, i tagli, gli effetti della cultura utilitaristica e individualistica, l'erosione dei diritti, e per fare geminare associazioni in ogni angolo d'Italia, pure il più sperduto.

I CSV della Puglia hanno fatto una delibera “vincolante” per gli attuali membri del direttivo nazionale di CSV Net espressione della Puglia, e per i futuri. Si afferma: il valore di CSVNet come organismo di servizio dei singoli CSV e non organismo superiore di governo; il valore dell’autonomia territoriale dei CSV, in funzione di un servizio soprattutto alle reti locali, alle singole associazioni; la necessità di stabilizzazione del “sistema” con la certezza delle risorse; la necessità di salvaguardare le risorse umane dei CSV patrimonio straordinario per i “Beni Comuni” di questo paese; la necessità del rispetto delle regole democratiche, nel senso che ogni ipotesi di riforma deve coinvolgere la base, e non essere calata dall’alto accompagnata con i “fuochi d’artificio” delle emergenze vere o presunte, create ad arte.

P.S. Nell'assemblea dei soci del Salento centinaia di associazioni locali hanno dichiarato che sono pronte a partire per Roma a "sostenere" la salvaguardia del "loro" sistema dei CSV. Sono certo che la pensano così tutte le associazioni, soprattutto quelle più piccole, in ogni angolo d'Italia...

 

Luigi Russo

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