Servizio Civile, il Consiglio di Stato conferma l’apertura ai cittadini stranieri
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In un parere del 9 ottobre scorso richiesto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
Secondo il Consiglio di Stato il requisito di cittadinanza italiano deve essere disapplicato perché in contrasto con le disposizioni del diritto dell’Unione europea e che, pertanto, anche ai cittadini stranieri debba essere consentito di partecipare ai bandi, perlomeno con riferimento a quelle categorie ‘protette’ dal diritto dell’Unione europea, ovvero i cittadini di altri Stati membri dell’Unione europea e i loro familiari, i cittadini di Stati terzi lungosoggiornanti. La questione è sin dal 2011 all’attenzione dei Tribunali italiani ed europei con sentenze anche contraddittorie: mentre il Tribunale e la Corte di Appello di Brescia, con riferimento al bando nazionale del 2011, hanno affermato il carattere non discriminatorio del requisito di cittadinanza; il Tribunale e la Corte di Appello di Milano, con riferimento allo stesso bando del 2011, e, successivamente, al bando del 2013, hanno ritenuto lo stesso requisito in contrasto con la normativa antidiscriminatoria. Recentemente, la Corte di cassazione con l’ordinanza 1 ottobre 2014, ha rimesso al sindacato della Corte costituzionale la legittimità del requisito di cittadinanza italiana. Nel frattempo, la Commissione europea ha aperto due casi nei confronti dell’Italia, ritenendo che il requisito della cittadinanza italiana per l’accesso al servizio civile, abbia carattere discriminatorio e sia in contrasto con i principi della parità di trattamento e della libera circolazione dei cittadini Ue e loro familiari, nonchè con i principi di parità di trattamento in materia di accesso all’occupazione e alla formazione professionale previsto a favore dei cittadini di Stati terzi lungosoggiornanti o titolari dello status di rifugiato e della protezione internazionale.
Fonte: Il Sole24ore
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